Sì, forse siamo troppo legati alla parte romantica del calcio. Ma con due giocatori che hanno segnato la storia della Juventus, non si può non provare quel pizzico di sentimento nel parlare di loro.
Il 2017 di Buffon e Barzagli è stato double-face: la storica riconferma in Italia con l’accoppiata Scudetto-Coppa Italia, ma anche le cocenti delusioni di Cardiff e dell’incredibile esclusione con la Nazionale dal mondiale in Russia. Il nuovo anno, che inesorabilmente si avvicina, potrebbe, dovrebbe essere l’ultimo su un campo da calcio per Gigi Buffon e Andrea Barzagli.
E allora per Natale vorremmo che loro due, pilastri della Juve e della Nazionale, chiudessero la loro strepitosa carriera come meritano.
IL MURO
Andrea Barzagli è quell’amico che tutti vorremmo avere. Sul campo da gioco ti aiuta, ti sostiene ed è pronto a rimediare con una corsa in più all’errore che hai commesso.
Fuori dal rettangolo verde ci mette sempre la faccia: quando va bene, ma soprattutto quando va male. Tutti gli appassionati di calcio ricorderanno le lacrime versate dopo l’eliminazione dall’Europeo in Francia del 2016 contro la Germania. Attraverso quelle lacrime amare e quelle parole pronunciate a fatica tra un singhiozzo e l’altro, ha raccontato a tutti noi l’alchimia creatasi all’interno del gruppo che più che una squadra, sembrava una famiglia.
Per Natale allora vorremmo che “Barzaglione”, nel caso in cui decidesse di dire basta, potesse chiudere la sua storia nel mondo del calcio nel migliore dei modi, magari raggiungendo quello che negli ultimi due anni gli è sfuggito di mano a pochi passi dal traguardo.
IL CAPITANO
Il capitano, che dire del capitano. Fiumi di parole, spesso anche superflue, sono state già spese. Ma non ci si stufa mai di parlare, di scrivere di Gianluigi Buffon.
Ha trionfato, ha sofferto con i suoi tifosi senza abbandonarli per poi ritornare a vincere e gioire assieme a loro.
Ha ereditato la fascia da capitano da quell’amico in privato e idolo del popolo bianconero che è Alessandro Del Piero. Un’eredità a dir poco pesante che solo un giocatore, un uomo con le spalle larghe poteva accogliere.
E lui stesso lascerà un’eredità che a tutti pare un macigno: sul campo, dove Szczesny, va detto, sta rispondendo alla grande, ma forse, soprattutto, in uno spogliatoio che lui ha guidato e protetto nel corso dei suoi anni in bianconero.
E allora, Gigi, per Natale vorremmo che questi tuoi ultimi mesi da giocatore potessero farti ripercorrere tutte le soddisfazioni che hai vissuto nel corso dei tuoi lunghi anni: tra un volo e l’altro, in mezzo a quei pali che nessuno conosce meglio di te.
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