Juve-Genoa, ottavi di finale di Tim Cup, perché dire Coppa Italia non va più di moda nel ventunesimo secolo, deciderà l’ultima squadra inserita nei tabelloni per i quarti di finale. La Juve non può mancare, ovviamente. Si gioca la possibilità di vincere per la quarta volta consecutiva la Coppa, e nel palmarès un trofeo in più è sempre ben accetto. Tuttavia, visto che siamo italiani e non sentiamo così tanto l’importanza di un trofeo che in Inghilterra, o in Spagna, solo per citare altri due Paesi europei, avrebbe un rilievo ben diverso, ci si può permettere di schierare le riserve.
Bentancur, Sturaro e… Dybala
Non sia mai che qualcuno si offenda. Bentancur e Sturaro non devono essere etichettati come giocatori di seconda fascia. Allegri avrebbe molto da ridire in questo caso… Rodrigo e Stefano sono due centrocampisti che hanno semplicemente bisogno di mettersi in mostra, per crescere mentalmente e tecnicamente. Ovviamente le caratteristiche di questi due mediani sono talmente diverse che sarebbe come paragonare il Sole e la Luna. Il punto tuttavia è che in una rosa sofisticata come quella bianconera è fisiologico che ci siano giocatori più utilizzati di altri, e che a volte in panca risuonino nomi altisonanti come Bernardeschi e Douglas Costa. E ormai non ci si stupisce più di leggere nella lista dei panchinari anche Paulo Dybala.
Poca Joya, molta rabbia (agonistica)
Questa sera in campo l’attacco sarà guidato dal numero 10 argentino, al fianco di Bernardeschi e di Duglas Costa. L’attaccante agirà dunque in un 4-3-3 che ha ancora tutta l’aria di essere sperimentale, in un ruolo da falso nueve che in molti hanno sempre tentato di affibbiargli, ma che alla fine mister Allegri ha quasi sempre smentito sul campo. Nell’ultima conferenza il tecnico livornese ha ribadito che Dybala per caratteristiche non deve per forza fare più di venti gol a stagione. “Lui deve fare molti assist, aiutare la squadra…“. Dybala nella testa di Allegri gioca alle spalle di Higuain, e se questo sistema di gioco ha sempre funzionato, perché cambiarlo? Allegri ha ragione, ma sotto sotto si capisce che vorrebbe essere smentito da Dybala. Se dovesse segnare più gol rispetto al numero a cui ci ha abituati, nessuno andrebbe a rinfacciargli nulla…
Alza l’asticella, Paulo!
Nelle scorse due stagioni con i bianconeri, Dybala ha segnato 6 reti in 13 presenze in Tim Cup. Una buona media, che deve essere coltivata (e incrementata) anche quest’anno. Un palcoscenico ridotto rispetto alla Serie A, in cui Paulo deve tornare a fare il numero dieci spettacolare visto nel Derby, solo per citare una partita in cui la sua eleganza si è trasformata in concretissime realizzazioni nella porta avversaria. L’immagine di Paulo non deve dipendere solo dalla sua prestanza sotto porta, ma in questo mondo crudele serve anche apparire, e se sei un attaccante servono tanti gol. L’immagine di Paulo che entra a partita in corso contro il Bologna e la spara alta sopra la traversa non è l’immagine che i tifosi vogliono per il loro giovane talento. Sarebbe meglio, piuttosto, un Dybala che gioca dal primo minuto, e che la piazza all’incrocio dei pali, magari anche più di una volta. Questo sogno neppure Allegri lo può smentire.
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