“Dos è meglio che one” recitava in uno spagnolo maccheronico una pubblicità di qualche tempo fa. La Juventus di quest’anno il piacere di due vittorie di fila non ce l’ha ancora dato (pare incredibile!) e ci resta solo sperare che la vittoria nel derby col “buzzer beater”, come dicono nell’NBA, possa aver dato la scossa necessaria per vincere anche ad Empoli.
Perché senza la continuità la classifica non si muove, quella continuità che sta riuscendo ora perfino al Milan di Mikajlovic quasi spazzato via dalle critiche un mese fa. Il fattore psicologico per la Juve è però di difficile interpretazione, perché l’impegno infrasettimanale di Champions ha regalato la quasi certezza del passaggio di turno, ma a fronte di un’altra prestazione da “vorrei ma non posso”. Per molti l’incontro di Empoli rappresenta anche il pedinamento ravvicinato di Saponara, che sembra diventato il nuovo trequartista da sogno dei bianconeri.
Personalmente, questa attesa del mercato di Gennaio quale risoluzione del problema tattico della squadra mi sembra creare una aspettativa eccessiva. L’abbiamo ormai assodato che il dilemma modulo, soprattutto in attacco, sembra ancora quello della coperta corta. Metto Cuadrado, l’uomo migliore di questo inizio stagione, ma in qualche modo mi perdo Dybala (con le polemiche che ne derivano). Faccio il rombo, ma sacrifico Mandzukic. Come già fatto con Llorente (e mi ripeto, scusatemi), per giunta con una limitazione degli spazi per il colombiano: e allora a che serve?
Prendere Saponara magari può garantire la continuità che Hernanes non riesce a dare? È nel mezzo del campo che bisogna trovare la soluzione. Troppe palle passano dai piedi ruvidi di Chiellini, per essere sintomo di un gioco consolidato (l’avvocato fece un tempo una affermazione simile parlando del ruolo di Furino in un’altra Juventus in crisi). Il gioco continua ad essere lento, ma soprattutto nessuno dei nostri sembra in grado di diventare il metronomo del centrocampo bianconero. Per giunta se manca Khedira facciamo fatica a filtrare sottoponendo la terza linea, e Buffon, ad una quantità di palloni da difendere per noi francamente inusuale. Nella confusione ancora palpabile, una grande squadra deve far valere i valori tecnici per riprendere a vincere.
Sono soprattutto i campioni, giovani o vecchi, a dover dare la svolta. Tecnica e cuore però, leggerezze come quella di Hernanes o di Chiellini col Borussia si pagano a caro prezzo. E quando si deve recuperare così tanto, non si può.
Salvatore Arpaia