Siamo a meno di 24 ore dal termine della partita con l’Olympiacos e possiamo già dire che la Juve si sta e ci sta abituando bene. Negli ultimi 4 anni, ovvero da quando è arrivato Allegri in panchina, il passaggio agli ottavi è diventato consuetudine, una dolcissima consuetudine, cui il tecnico livornese è peraltro abituato visto che per lui si tratta dell’ottava qualificazione consecutiva (le precedenti ovviamente tutte alla guida del Milan). Non è dato sapere ora, come è ovvio, fin dove condurrà la strada della Champions 2017-18, ma intanto è stata imboccata, di nuovo.
IL MESE CALDO
La scorsa settimana abbiamo introdotto il dicembre bianconero come un mese caldissimo, ovviamente in contrasto con le temperature che si stanno registrando in quel di Torino. Il motivo chiaramente sono le molte sfide, di cui alcune potenzialmente decisive, che i bianconeri avrebbero dovuto affrontare. A distanza di una settimana le prime due sono state superate con discreta disinvoltura, andando a vincere in entrambe le situazioni su due campi difficilissimi, anche se per motivi diversi, come il san Paolo e il Geōrgios Karaiskakīs. Due vittorie diverse in due sfide dal sapore particolare, ma con un denominatore comune che una volta era anch’essa una buona abitudine ma che invece adesso fa notizia (e ne parliamo tra poco): una difesa che è tornata imperforabile, e il numero di clean sheets che si allunga a 4 consecutivi contro avversari come Barcellona, Crotone, Napoli e Olympiakos. Considerando che poche settimane fa ci aveva segnato anche il Benevento fanalino di coda della serie A, leggere il nome di certi avversari poteva suscitare più di qualche cattivo pensiero. E invece un rocciosissimo Benatia si è preso il posto al centro della difesa, non lo ha più mollato, e ha alzato l’asticella di tutti quelli che a rotazione, per un motivo o per un altro, gli hanno giocato accanto. Lo stesso Szczesny ieri sera ha dimostrato perché la società lo abbia scelto come erede di Buffon con un paio di interventi da fuoriclasse della porta. Le prossime partite, ma non solo, si affrontano più serenamente sapendo che la fase difensiva si è ritrovata. E non dimentichiamo l’apporto fondamentale di un giocatore come Matuidi, uno degli acquisti più snobbati del recente passato bianconero ma ad oggi uno dei più funzionali a coprire alcune falle del reparto di mezzo.
EQUILIBRIO IN CAMPO E FUORI
Proprio la ritrovata compattezza della retroguardia ci porta a una riflessione: ma non è che si stava esagerando a dire che alla Juve era saltato il banco con la partenza di Bonucci? In diverse occasioni abbiamo provato a far notare come spesso i gol subiti fossero più frutto del caso che non di disattenzioni reali della difesa. Che precisiamo, ci sono state, è innegabile, ma non sempre così clamorose come si voleva far credere. Adesso si riparla di “fortino Juve”, di difesa impenetrabile, di Juve che fa paura perché non subisce gol. Eppure non c’è stato nessun mercato di riparazione in mezzo, non ci sono stati acquisti. I giocatori sono gli stessi, e anzi ruotano anche più spesso a causa dei ripetuti acciacchi che a turno tengono fuori Barzagli e Chiellini. Di Benatia abbiamo detto, ma ci sentiamo in questo senso di fare un plauso all’altro acquisto meno sponsorizzato della storia della Juve. Quel Mattia De Sciglio che piano piano si sta prendendo la titolarità della fascia destra con prestazioni di qualità e quantità, tanta corsa, buon piede, e la sicurezza dei bei tempi che sta tornando. Il reparto avanzato, in un modo o nell’altro, con un giocatore o con un altro, la butta dentro. Ieri è stata anche la prima volta in Champions di Bernardeschi, gli e ci auguriamo che sia stata la prima di tante perle in bianconero.
Come ha detto Allegri ieri, il primo obiettivo stagionale è raggiunto. La Juve voleva rimanere nella Coppa dalle grandi orecchie e c’è rimasta. Ora ci sono altissime possibilità di trovare una formazione inglese, ma di sicuro però non sarà il Chelsea di Conte relegato al secondo posto da un’incredibile Roma. Con il Napoli alle spalle e la trasferta in Grecia archiviata con lo stesso esito, ovvero una bella vittoria, si può affrontare per qualche mese il campionato con tutta la concentrazione del caso e magari, nel frattempo, tornare lassù in classifica. Inter e Roma, mancano ancora loro prima di Natale (oltre al Bologna e al Genoa in Coppa Italia). E a fine anno sapremo chi siamo e dove vogliamo andare.
Dario Ghiringhelli (@Dario_Ghiro)
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