Laguna Larga è sempre stata un’anonima cittadina della provincia di Cordoba. Di questa si sa che qui vivano poco più di settemila anime, che abbia un’economia basata essenzialmente sul settore primario e che qui si scontrarono nel 1830 gli eserciti di José María Paz e di Juan Facundo Quiroga per la battaglia di Oncativio. A far uscire dall’anonimato questa cittadina però fu un ragazzino, che nacque il 15 novembre di 24 anni fa. Secondi molti è destinato a diventare l’erede di Messi, secondo altri non è niente meno che un sopravvalutato. Secondo altri ancora è semplicemente Paulo Dybala.
LA PROMESSA MANTENUTA AL PADRE
Il sogno di ogni genitore è vedere il figlio realizzarsi, diventare ciò che si voleva essere da ragazzo ma senza mai aver avuto le capacità o l’occasione. Il sogno del padre di Dybala era quello di vedere uno dei figli diventare calciatore. Non ci riuscì Mariano e poi neanche Gustavo, il fratello maggiore. Toccava allora a Paulo mantenere vivo il sogno del padre: teneva a farlo soprattutto dopo che il tumore al pancreas lo portò via quando il figlio minore aveva solo 15 anni. Inutile dire che per Paulo fu uno choc terribile, ma da lì trovo la forza per diventare ciò che adesso è.
LA DIEZ E L’AMICIZIA CON DEL PIERO
È proprio vero, certe volte il destino si diverte a sovrapporre i pezzi di storia ed a giocare con i sentimenti dei nostalgici. Decise così di far nascere all’interno della stessa settimana Alex Del Piero e Paulo Dybala, separati solamente da sei sorger del sole. Dall’ex capitano bianconero l’argentino ha ereditato in primis la maglia che porta con orgoglio sulle spalle. La dieci della Juventus non capita tutti i giorni, Dybala lo sa ed intende onorarla secondo quel motto che recita “fino alla fine”. La tecnica ed il talento sono altri elementi che mettono in accordo i due numeri dieci bianconeri. Sinistro Paulo, destro Alex, ma con lo stesso calore a caratterizzarli. E poi ci sono le punizioni, marchio di fabbrica così come per Pinturicchio anche per la Joya. Adesso la linguaccia è diventata una mask, ma certamente dopo i calci piazzati la percentuale di realizzazione resta alta come qualche annetto fa. Dybala è il giocatore che ha segnato più punizioni (5) dal campionato 2016/2017 in Europa. Chi vincerebbe un’ipotetica sfida tra i due? Anche loro si pongono spesso quest’interrogativo, ma promettono che la risposta arriverà presto sul campo.
IL MOMENTO NO E LA VOGLIA DI REAGIRE
Dopo l’adozione della dieci, per Dybala sembra essersi aperto un capitolo totalmente nuovo. Lo stato di grazia iniziale, con dodici gol nelle prime sette partite stagionali e due palloni già portati a casa, parevano aver portato il fenomeno bianconero in una condizione ultraterrena, al di sopra dei comuni mortali. Già ci si scervellava sul fare paragoni con l’altro diez, Lionel Messi. La verità è però una sola: Dybala non sarà mai Messi semplicemente perché è Dybala. La successiva crisi lo ha riportato con i piedi per terra? No, perché da lì non li ha mai staccati. Adesso arriva la parte più difficile della carriera: dimostrare il proprio vero valore ammutolendo le critiche degli addetti ai lavori.
In questo momento Paulo starà spegnendo la sua ventiquattresima candelina, la nona senza papà ad invitarlo a sorridere davanti alla polaroid. Chissà cosa starà pensando in questo momento, magari: “Ciao papà, hai visto? Sono diventato un calciatore e secondo alcuni sarò uno dei migliori al mondo“, con quel timido sorriso che lo contraddistingue stampato sul viso. Auguri Paulo!