Da grandi poteri derivano grandi responsabilità

C’è una Juve che vince parecchio (stessi punti in campionato del primo anno di Allegri, un punto più dell’anno scorso alla stessa giornata, qualificazione in Champions ancora abbondantemente in palio) e convince poco. O meglio, non convince del tutto. La fase offensiva funziona a meraviglia, come testimoniano i gol segnati che sono tanti, tantissimi, come mai era successo nella storia recente della Juve, con diversi giocatori che sono già andati a rete e una produzione offensiva decisamente sopra media. E poi c’è la Juve che non convince, una manovra che nonostante le tante palle gol risulta spesso ingolfata e poco fluida e una fase difensiva che in diverse occasioni ha lasciato a desiderare, fattori entrambi su cui si può e si deve lavorare per migliorare.

MOMENTI SI’, MOMENTI NO

In tutto questo florilegio di gol e occasioni da rete, stride il momento no di Paulo Dybala, che oltre agli errori marchiani sotto rete nelle ultime partite sta anche giocando piuttosto male. Se non fosse per la perla su punizione contro la Spal, l’aggiornamento del suo tabellino sarebbe fermo a metà settembre quando dopo un mese scarso di campionato aveva già messo a segno la bellezza di 10 reti. Intendiamoci, una flessione era ampiamente prevista e prevedibile. Come ha sottolineato anche Mario Sconcerti alla Domenica Sportiva pochi giorni fa, era impensabile che mantenesse quelle medie, altrimenti la proiezione era di 70-80 gol a fine campionato. Vero è che quando si parte così forte, fa ancora più rumore un momento così negativo se oltre all’astinenza dal gol capitano anche, come sottolineato in precedenza, delle prestazioni assolutamente non brillanti. Quello che fa ben sperare è che in realtà nelle ultime due uscite Dybala ha mostrato qualche segno di ripresa: nella vittoriosa trasferta contro il Milan a san Siro ha disputato una buona gara, entrando di fatto in entrambi i gol di Higuain (il primo servendogli la palla che poi Gonzalo ha scaraventato in rete dopo il dribbling sul marcatore, il secondo con la finta splendida che ha smarcato il Pipita consentendogli di andare in gol) e anche domenica scorsa contro il Benevento, pur non segnando si è mosso abbastanza bene in campo, si è più o meno mangiato un gol su assist proprio del Pipita ma in un’altra occasione ha fatto una bella penetrazione in area che ha concluso con un bel tiro di destro disinnescato però molto bene dall’estremo difensore giallorosso.

L’ONERE DEI SUPER POTERI

Insomma, una parvenza di ripresa pare esserci. Se vogliamo fare un paragone, il percorso non sembra diversissimo da quello di Higuain a inizio campionato. Lento, poco feeling con la porta e soprattutto impacciato con la palla tra i piedi. Poi un paio di partite “tutto cuore” e finalmente lo sblocco definitivo. Se Dybala ripercorresse davvero quanto fatto dal numero 9, nel giro di un paio di giornate avremo di nuovo un giocatore devastante e decisivo, come quello ammirato all’alba di questa stagione. Voci di corridoio parlano di problemi fuori dal campo che gli tengono occupata la testa. Approfittando della somiglianza di Paulo con Toby Maguire, l’interprete del primo Spiderman degli anni 2000, prendiamo a prestito una delle frasi più celebri di questo supereroe: da grandi poteri derivano grandi responsabilità. Come accade nel terzo episodio della serie dinematografica, Dybala sembra distratto da altro, e la sua lucidità nel compiere il suo dovere di supereroe del pallone sembra venire meno. Adesso è tornato con la sua nazionale, sperando che questo piccolo stacco dagli impegni di campionato lo aiuti a ritrovare la serenità che si nasconde sempre dietro le grandi giocate.

L’Argentina è qualificata, quindi Paulo giocherà (forse) solo delle amichevoli. Chissà che non servano per svuotargli la testa dai cattivi pensieri e gli facciano ritrovare quei super poteri che abbiamo ammirato ad agosto e settembre, ma anche per esempio in primavera contro il Barcellona. Quando riuscirà a mantenere nel tempo quei livelli stratosferici, avremo un campione che andrà oltre il tempo.

Dario Ghiringhelli (@Dario_Ghiro)

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