Federico Bernardeschi, dopo aver trovato il gol all’esordio da titolare con la maglia della Juve, è volato in Nazionale dove è pronto a dimostrare tutto il suo valore e magari a prendersi una maglia da titolare.
BERNARDESCHI: ” PANCHINE, JUVE E NAZIONALE”
Ecco la sua carica nell’intervista al Corriere della Sera: “Ho giocato poco sino adesso, ma non sono preoccupato. Alla Juve è così. C’è un apprendistato da fare. Ed è normale, quando arrivi in una squadra che ha vinto sei scudetti di fila e ha giocato due finali di Champions negli ultimi tre anni. Le panchine non sono un dramma, le ho accettate con serenità e umiltà. E non ho paura di perdere il Mondiale. Ventura mi stima e mi ha confermato la sua fiducia. Se riuscirò a farmi trovare pronto ogni volta che verrò chiamato in causa, non ci saranno problemi” .
“La Juve è la Juve, non è facile entrare subito in sintonia con una squadra che ha sempre voglia di vincere, dal presidente sino all’ultimo dei magazzinieri. Questione di mentalità, quella non si allena. Ho capito che se a Vinovo non si dà il cento per cento i compagni ti passano sopra.Il primo passo è dimostrare che sono da Juve. Sto lavorando per diventare un punto fermo della squadra e Allegri mi sta aiutando, il rapporto con lui è ottimo. Quello che sta capitando a me è successo a tutti, anche Dybala all’inizio è stato in panchina. Non sono né il primo e non sarò l’ultimo caso. Funziona così ed è giusto. Ci vuole sacrificio, volontà, qualità. La mia è stata una scelta professionale. Sono e sarò sempre riconoscente alla Fiorentina, che mi ha cresciuto. È anche grazie ai viola se sono arrivato sino qui. Poi ognuno prende la propria strada. Lo ribadisco: sono orgoglioso di far parte della Juventus, la mia non è stata una scelta casuale”.
BERNARDESCHI: “NON SOPPORTO I LEONI DA TASTIERA”
“Non mi vanno bene, invece, quelli che definisco i leoni da tastiera, che passano il tempo a insultare. A mia sorella, che è appena diventata mamma (di Olivia), hanno augurato la morte della bambina prima ancora che nascesse. Io, per fortuna, ho basi solide. Altri invece sono fragili, soffrono e c’è chi si suicida. È una vera pochezza umana”.
QUESTIONE DI RIGORE
Infine, Bernardeschi ha aperto ad uno scenario interessante. Sulla domanda ‘tireresti un rigore contro la tua Fiorentina?’, il numero 33 bianconero ha ammesso: “Se capitasse, lo tirerei”. Frase che farà sicuramente scalpore a Firenze. Ma frase che è anche sintomo di un Bernardeschi che ormai è immerso a pieno nella mentalità bianconera. Perché alla Juve vincere non è importante, è l’unica cosa che conta.