Per la felicità di molti la Juventus è incappata nella prima battuta d’arresto del suo campionato. Per ora la squadra di Sarri, approfittando del passo falso bianconero, ha superato la prima scrematura del campionato erigendo i primi mattoncini per la vittoria finale. Napoli primo e in fuga, quindi. Durerà? Chi vivrà vedrà. Sta di fatto che la Juventus vista stasera a Bergamo concede ai tifosi azzurri la licenza di sognare il tricolore. Sì perché, nonostante un avvio contraddistinto dalla grandissima intensità mostrata dai bianconeri, quello che si è visto dalla mezz’ora in poi è stato un vero abominio sportivo. Un harakiri capace quasi di condurre gli uomini di Allegri alla sconfitta.
LA SIGNORA FA E DISFA
La Signora vestita di giallo ha fatto e disfatto tutto da sola. Una prestazione in cui le splendenti giocate di prima, le triangolazioni fatte a memoria, le perfette chiusure difensive e l’asfissiante possesso palla iniziali hanno ceduto il passo a giocate prive di idee, inconcludenti, il perfetto opposto di ciò che è stato ammirato nella prima mezz’ora. Un vero peccato perché la Juventus avrebbe potuto festeggiare l’esordio da titolare di Bernardeschi (gol e assist) nel più positivo dei modi.
COSA È MANCATO ALLA JUVENTUS?
Può sembrare scontato, quasi lapalissiano dirlo, ma purtroppo qui si tratta di cali di tensione psicologica piuttosto importanti. Prescindendo da questo che è un problema ricorrente nella prima Juventus 2017/2018 – e anche delle prime Juventus degli anni passati – analizziamo un problema ben più grave. Gli uomini di Allegri sono incappati nel primo stop stagionale nella partita in cui Dybala ha brillato di meno. Gli haters, più o meno il 70% dei tifosi italiani insomma, sono sempre stati pronti a sostenere la non imbattibilità dei bianconeri in mancanza del genio di Laguna Larga. Che poi questi sono gli stessi che sostengono che in Champions League il numero 10 non è per nulla decisivo, ma sorvoliamo. Purtroppo, però, in parte questa è la realtà dei fatti: nella peggior partita di campionato dell’ex Palermo i bianconeri hanno raccolto il peggior risultato. Paulo aveva duettato perfettamente con i compagni di reparto, sfruttando a dovere i break di un sontuoso Bentancur, nei primi trenta minuti di gioco. Poi? Il nulla.
Quando qualcuno ti abitua alla perfezione ti aspetti sempre il meglio da lui. Per questo il tiro al volo successivo al contrasto con Freuler io lo avrei visto in rete. La punizione dalla mattonella preferita (prescindendo dal rigore opinabile scaturitovi) l’avrei vista dentro. E poi c’è il rigore. Il fallimento di Dybala dagli undici metri è stato l’emblema della sua mancanza nel gioco di Allegri che, forse, quando l’argentino toppa la partita sente di giocare con una pedina mancante.
QUANDO DYBALA NON C’È…
Se manca Higuain non se ne fa un dramma se poi c’è il numero 10 a colmare le mancanze sotto porta. Quando però Higuain segna ma manca l’estro della Joya pare che la Juventus faccia sempre troppa fatica ad imporsi. Mettici poi che Bergamo è un campo ostico e viene fuori una rimonta subita che ha il sapore del più duro dei fallimenti. Anche il prossimo erede di Messi, nonostante spesso dia modo di pensare il contrario, è umano. La forza di reggere il peso di un’intera squadra qualche volta può venire meno: dovrà essere bravo Allegri a non basare troppo il suo gioco su un Dybala sì extraterrestre, ma a cui può essere concesso di riposarsi, qualche volta…
Vincenzo Marotta