Da Reggio Emilia a Reggio Emilia. Prima di ieri Sassuolo e Juventus si erano affrontate il 20 gennaio in una sfida decisa da Gonzalo Higuain. Dopo poco meno di 8 mesi sembra essere cambiato tutto per il Pipita.
L’APICE
I neroverdi furono spettatori di una doppietta lampo del Pipita il 10 settembre 2016, alla sua prima da titolare con la maglia bianconera. Nella gara di ritorno del 20 gennaio riuscì a realizzare una rete e un assist vincente per Khedira, in una delle sue migliori versioni da quando ha deciso di sposare la causa juventina. La sensazione di poter spaccare il mondo, e le partite, grazie al 4-2-3-1 appena adottato da Allegri, oltre a una forma fisica invidiabile. Se quel giorno di gennaio può essere considerato uno degli apici di Gonzalo Higuain a livello prestazionale, la prova di ieri pomeriggio ha lasciato invece piuttosto a desiderare.
CHE FATICA!
Il Pipita pare sempre meno coinvolto nel gioco di una squadra ormai in mano a Dybala. 33 palloni toccati e 18 passaggi effettuati paiono una miseria in 77′ (dati whoscored.com). Pericoloso solamente nell’occasione della girata al volo respinta da Consigli, per il resto tanta fatica. In questo momento sembra un suo lontano parente incapace di aiutare i compagni in qualsiasi settore del campo. La condizione fisica non c’è e dopo 2 mesi di preparazione la situazione pare quantomeno sospetta. Mai stato longilineo in tutta la carriera, il Pipita si è sempre contraddistinto per la sua potenza, basti ricordare il gol segnato a Napoli contro Murillo e Miranda, o quello contro la Roma allo Stadium. Oggi quella forza nelle gambe sembra essere smarrita.
LA TESTA
Il problema va ricercato anche ovviamente a livello mentale, come commentato da Allegri nel post-partita. Questa indole che lo porta troppo spesso a incupirsi e arrabbiarsi con il mondo intero. Ora dovrà essere bravissimo il tecnico toscano, per capire quale soluzione adottare per risollevare uno dei suoi giocatori più importanti in rosa. Potrebbe continuare a farlo giocare sperando si sblocchi a livello realizzativo ed emotivo, col rischio di esporlo però ad ulteriori critiche. Forse centellinarlo e alternarlo a Mandzukic nel ruolo di prima punta potrebbe essere una scelta più redditizia per averlo in campo per meno minuti, ma di maggior qualità.