Genoa-Juventus forse non sarà una partita degna di essere definita un big match. In realtà non lo è ma soltanto all’apparenza, considerato che stiamo parlando di una sfida ricca di mille sfaccettature. Genoa-Juventus trascina ricordi di una debacle brutta quanto inaspettata che non va dimenticata. A questo si aggiunge che siamo agli albori di una nuova stagione, iniziata con una vittoria ma che si prospetta ancora lunga e difficoltosa, tra la concorrenza rinforzata e una Juve ancora in fase di rodaggio.
IL GRAFFIO DEL “CHOLITO”
Molto importante sarà come mister Allegri imposterà il gioco dei suoi ragazzi, forte dell’ultima e sonora batosta di Genova. A dire la verità, il tecnico livornese già nella conferenza pre-partita della scorsa stagione aveva avvisato di temere le squadre come quella di Juric, capace di sfoderare un gioco sfrontato. Ecco, in quell’occasione i suoi uomini non l’hanno seguito, cadendo sotto i colpi di un Simeone in formato cecchino infallibile. In realtà era l’intera squadra rossoblù a girare a pieno regime, che non ha lasciato spazi alla Juve, sballottandola e mandandola nel pallone. Sarà ascoltato questa volta Allegri? Si spera, visto che i nostri avversari hanno dimostrato di sapere far male, con tre gol realizzati nel giro di mezz’ora. L’unica nota interessante, forse un parolone in questo caso, della scorsa partita a Marassi sono stati degli scampoli di 4-2-3-1. Certo, non stiamo certo parlando dello schema di gioco di allegriana invenzione che ha portato i bianconeri a vincere Campionato, Coppa Italia e finale di Champions. Si trattava soltanto di una prima, brutta copia.
A MARASSI SI SOFFRE SEMPRE
Passando alle statistiche si rafforza il fatto che la partita di domani va affrontata con il giusto atteggiamento e con la consapevolezza di vendere cara la pelle. Le ultime uscite allo stadio del capoluogo ligure sono risultate sempre difficoltose. Nelle ultime sei uscite, tre vittorie esterne, due genoane ed un pareggio. Considerato che stiamo parlando della Juve scudettata da sei anni di fila ed abituata a vincere ovunque, quello della tana rossoblù non è un grande bottino. Dall’altro lato della medaglia però, il dato può essere rivalutato se consideriamo che i bianconeri hanno sempre sofferto tantissimo il Genoa. Tralasciando l’ultima batosta in terra ligure, pensiamo, per esempio, alla sfida del marzo 2014. Match vinto di misura (0-1) con magia su punizione del maestro Pirlo all”89 dopo un rigore di Calaiò parato da Buffon. Nell’anno successivo ci aveva pensato invece Antonini a pungere la Juve con il suo gol partita al minuto ’94, al termine di una partita dominata dagli uomini di Allegri. Pertanto, Dybala e compagni dovranno fare molta attenzione.
MARCHISIO VA KO. 4-2-3-1 O 4-3-3? I DUBBI DI ALLEGRI
Adesso, come detto, la palla passa nuovamente ad Allegri che dovrà decidere se affidarsi sul collaudato 4-2-3-1 oppure all’innovativo 4-3-3. A complicare i piani dell’allenatore si aggiunge il forfait di Marchisio: il numero otto sarà costretto ai box per 3-4 settimane. Un vero peccato perché la squadra, anche se non ancora al top a livello fisico, fino ad ora ha potuto contare su tutte le sue pedine. Inoltre è grosso il dispiacere anche dei tifosi bianconeri, pronti a vedere la propria squadra condotta alla vittoria dal proprio “Principino” dopo le voci di mercato delle ultime settimane. Forse questa perdita non consentirà nemmeno all’ex allenatore del Milan di schierare il 4-3-3, essendo questo un modulo che esalta le caratteristiche proprio di Marchisio. Fino a questo momento, il modulo di partenza è proprio il 4-2-3-1. Nessuna innovazione quindi? Non esattamente. Infatti, fino a questo momento, accanto a Pjanic è indicato come favorito proprio quel Matuidi, giocatore perfetto per il 4-3-3. Probabile inoltre Douglas Costa dall’inizio al posto di Cuadrado. Una scelta curiosa da parte di Allegri, il quale ha spesso dimostrato che, grazie alle sue scelte, per questa Juve nulla è impossibile a prescindere.