Ci sono diverse opinioni in merito: quando un giocatore veste le maglie di Juventus, Milan e Inter nella sua carriera, può essere considerato un grande giocatore? Senza dubbio si deve trattare di giocatori che hanno giocato bene le loro carte, e che si sono ben distinti, in una o più squadre, lasciando segni indelebili nella storia del calcio. A dividere però, c’è la considerazione umana: può una persona vestire tre maglie di squadre così apertamente rivali tra loro? Dipende da come si lasciano calciatore e club: Bonucci molla un grande amaro in gola ai tifosi juventini, che lo avevano eretto a idolo e bandiera bianconera. Leo si è sposato con la maglia del Milan, ma forse non molti sanno che il suo esordio, fu in nerazzurro: era il 2006, e Roberto Mancini lo fece entrare al 90′ al posto di Solari in un Cagliari-Inter finito 2-2. Treviso, Pisa e il Bari: la storia di Bonucci prima della Juventus è questa, fatta di alti e bassi, culminati con la grande stagione in serie A accanto a Ranocchia; il resto lo conosciamo bene.
IN BUONA COMPAGNIA
Bonucci non è il solo ad avere indossato le tre maglie (anche se, in teoria, ancora non ha disputato nessun incontro con il Milan): con lui una compagnia fatta di grandi e piccoli calciatori, ognuno capace di lasciare qualche ricordo. Il più famoso è senz’altro Roberto Baggio: il trasferimento shock dalla Fiorentina alla Juventus lo proietta tra i più grandi di sempre. Dopo il mondiale ’94 arriva Lippi sulla panchina della Juventus, e il Divin Codino finisce ai margini, scalzato sempre più dallo scalpitante Del Piero, e passa la stagione seguente al Milan, dove lascerà un ottimo ricordo di sé, anche se in seguito sarà il Bologna ad averlo in rosa. Solo per un anno però: l’Inter ha bisogno delle sue giocate in Champions (memorabile nella partita contro il Real Madrid). Baggio-Ronaldo, una storia durata due anni, prima dell’approdo a Brescia, dove una maglietta delle rondinelle con la 10 di Baggio vale più dell’oro colato. Altro grande bomber è Christian Vieri: un anno di gol alla Juventus, poi la stagione da un gol a partita nell’Atletico Madrid, fino ai grappoli di gol in nerazzurro. Dopo l’europeo 2004 però, Vieri si spegne lentamente, e nel tentativo di ritrovarsi, inizia il peregrinaggio in giro per l’Italia, toccando anche il Milan, senza però fare grandi cose (anzi…). Un altro giocatore amato è il mastino Edgar Davids: scaricato dal Milan, la Juventus lo mette a ringhiare a centrocampo, regalando qualità e cattiveria agonistica. Gli scontri nell’ultimo anno con Lippi lo convincono ad andarsene al Barcellona, ma non durerà molto. Se ne andrà all’Inter, per poi emigrare in varie squadre inglesi e finire la sua carriera nel 2013 al Barnet, la c2 inglese, col doppio ruolo di allenatore-giocatore. Destino simile per Patrick Vieira: scaricato dal Milan trovò la gloria all’Arsenal, per poi arrivare alla Juventus nel 2005 e, subito dopo calciopoli, accasarsi all’Inter. Anche Zlatan Ibrahimović seguì il compagno francese all’Inter, ma arrivò al Milan nel 2010, dopo l’esperienza non molto soddisfacente al Barcellona. Chi però è stato amato a spada tratta, da ogni tifoso sulla Terra, è Andrea Pirlo: le sue punizioni e il suo senso tattico, oltre alla sua qualità immensa, ne hanno fatto un patrimonio del calcio italiano, e contrariamente a quanto veniva detto al suo arrivo, uno dei migliori colpi di Marotta. Possiamo aggiungere altri nomi, scavando nel passato, come Aldo Serena, Giuseppe Meazza, Enrico Candiani e Luigi Cevenini, ma si sa: il passato è passato. Ciò che conta, è solo il presente.