Aurelio De Laurentiis fa sempre parlare di sé. Lo ha fatto anche oggi, giorno di inizio del ritiro del Napoli, che partirà per Dimaro dopodomani. Il presidente del Napoli si è lasciato andare nel corso di un forum che si è tenuto nella redazione de “Il Mattino”, in cui ha punzecchiato anche la Juventus.
“NON AVREMMO PERSO 4-1”
“Non so cosa sarebbe successo con un girone diverso” – ha affermato De Laurentiis. “Magari saremmo arrivati noi in finale di Champions, e avremmo perso 3-1, non 4-1” – le sue dichiarazioni, che sanno molto di provocazione verso i bianconeri, visto l’esito della finale di Cardiff.
Di seguito il resto dell’intervista del presidente del Napoli.
Si è chiuso un campionato straordinario. Ora bisogna partire con qualcosa in più dal mercato: lei come si sente, quale è il suo stato d’animo?
“Voglio rassicurare i tifosi del Napoli, perché il più grosso investimento fatto è quello del tecnico. Ha dimostrato di essere un fuoriclasse per quanto riguarda gli schemi di gioco, ma ogni calciatore ha delle caratteristiche diverse e quindi occorre tempo per fare in modo che tutti i giocatori capiscano al meglio i suoi dettami. Per questo Sarri cerca di far crescere tutti con calma, tenendo presente che c’è una stagione da giocare e che non ci si può prendere troppi rischi. Nonostante la cessione di Higuain siamo andati bene, forse c’è stato un lasso di tempo in cui abbiamo perso quei punti che ci avrebbero concesso di chiudere secondi o primi. È stato il tempo che è servito a Sarri per capire come sostituire al meglio l’argentino. Ora dobbiamo cercare di non cambiare la squadra, la nostra ce la invidiano tutti e i nostri calciatori ce li chiedono dappertutto, ma io ho avuto la forza di trattenerli nonostante le richieste. Ricordo che non abbiamo il fatturato di Juve, Milan e Inter. Siamo passati dall’epoca di Mazzarri in cui avevamo un monte ingaggi di 40 milioni, ad ora che invece il monte ingaggi ha sfondato il muro dei 100 milioni. Dobbiamo sempre essere in Champions League, altrimenti è un disastro. Poi è chiaro che dobbiamo capire come migliorare il nostro fatturato aprendoci ai nuovi mercati come quello cinese: ma questi risultati non si vedono dall’oggi al domani. Quando sarà completa la bonifica di Bagnoli, qualora le forze politiche fossero ancora d’accordo ad assegnarmi quegli ettari per costruire la città del Napoli, io lo farò. La mia intenzione è quella di creare una cantera dove poter far venire i giovani da ogni parte di Italia, con un piccolo albergo che possa ospitare anche i giocatori. E in più poter costruire uno stadio ultra moderno”.
Oltre Ounas chi arriverà?
“Dobbiamo anche far esplodere giocatori come Rog. Non dobbiamo creare malumori da spogliatoio. Dobbiamo far emergere i nostri giovani in modo da stare bene per gli anni che verranno, anche a rischio di pagargli uno stipendio maggiore se miglioreranno”.
Ci sono maggiori certezze rispetto all’anno scorso e a due anni fa?
“A questa squadra non manca nulla, io non vorrei dare via nessun calciatore. Per questo dico che è difficile comprare qualcun altro. Abbiamo preso Ounas come giocatore che può rompere gli equilibri durante la partita. Abbiamo anche un altro calciatore che stiamo valutando. Avevamo preso Grassi, però ormai si sono talmente consolidati i nostri centrocampisti che farlo tornare da noi significherebbe perdere delle certezze. E se vogliamo puntare allo scudetto dobbiamo essere pronti e sicuri dall’inizio. Abbiamo rinnovato il contratto di Mertens ed Insigne, ci sono le condizioni per fare bene. Poi è chiaro che se dovesse esserci un’occasione per comprare qualcuno a destra o a sinistra, siamo pronti”.
Serve un’alternativa a Reina?
“Ci sto lavorando da due mesi. C’è anche una differenza tra me e voi e tra me e il mister e Giuntoli. Io sono uno al quale piace il rischio calcolato. Io non ci metterei nulla a dire che venga un giovane capace. Tra un anno, con il contratto di Reina che scade, avrò un problema. E lo avrò anche se si infortunia. Se dipendesse solo da me, terrei il bravissimo e carismatico Reina e prenderei un giovane già pronto per giocare. Reina ha la mia totale fiducia e non gliela toglierò mai. È uno stakanovista del lavoro, proprio come me. Le nostre mogli hanno la stessa preoccupazione: “Ma per voi esiste solo il lavoro?”, ci dicono spesso. Io amo il rischio, il calcio non è una scienza esatta. Se Reina stesse con me a vita io sarei felicissimo. Il fatto che abbiano fatto uscire delle battute goliardiche che solitamente si fanno durante riunioni a porte chiuse tra liceali, è stata una caduta di stile. Io, capendo che certe battute erano state prese a male, ho preferito non rispondere. Mi piacerebbe che Pepe restasse con noi per allenare le giovanili. Reina è anche un trascinatore, ha le corde giuste per fare l’allenatore”.
Per quanti anni resterà Sarri?
“Ha altri tre anni di contratto, ma mi auguro che rimanga a vita”.
Nel preliminare giocherà Reina o il giovane che prenderete eventualmente?
“Reina, tutta la vita! Vorrei che si convincesse ad essere spassionatamente sinceri. Ma non so se sia fisicamente che psicologicamente può fare oltre 40 partite. Lui dovrebbe essere contento, se è davvero tifoso del Napoli, che io scelga un portiere forte. Comunque lo incontrerò a Dimaro. Leno? Mi piacerebbe. Il problema, come mi spiegava Giuntoli, è che Leno ha una modalità di gioco che all’inizio potrebbe farci perdere qualcosa. Io gli ho risposto che noi dobbiamo giocare all’attacco e in difesa non dobbiamo preoccuparci. Mario Rui? Qualcuno dice che è basso, ma è una critica che non ha ragion d’essere. Abbiamo un gioco spettacolare e pericoloso per gli avversari, ma se restiamo nella nostra area abbiamo dei problemi, proprio per il gioco che facciamo, non è questione di uomini. Le stupidate non sono tali, ma episodi che possono succedere quando fai un gioco come il nostro”.
Qualche problema sugli esterni in difesa si è palesato l’anno scorso. Un rincalzo al posto di Maggio lo vedrebbe bene?
“Maggio è integro e ha esperienza, ha giocato bene le partite in cui è stato chiamato in causa. Il problema è capire perché Hysaj non ha fatto bene alcune partite. Ma ci può stare. Non sempre i calciatori possono essere al massimo. Se prendiamo uno forte e non lo facciamo giocare, quello ci manda a fare in c..o!”.
Ci sarà un problema di competizione tra Mertens e Milik?
“Mertens ha dato a Sarri l’impostazione di un gioco ancora più veloce. Il problema è quello di eliminare l’intervallo e di fare quattro tempi di 15 minuti. A quel punto io potrei far giocare tutti con sostituzioni libere, pensate come aumenterebbe lo spettacolo”.
Chi ha chiesto i gioielli del Napoli?
“Quest’anno ci hanno richiesto Koulibaly, abbiamo detto di no. Mi hanno chiesto Mertens, Strinic, Giaccherini, Jorginho, ma io ho sempre rifiutato. Ghoulam? Ha un problema di rappresentanza, cambia in continuazione. Ora sembra sia tornato il fratello, ci parleremo durante il ritiro e vedremo”.
Chi è in assoluto il giocatore che le piace di più?
“Potrei dire Ronaldo, ma poi bisogna vedere come si adatterebbe al gioco di Sarri”.
Insigne merita la 10?
“Non è che è fuori moda perché l’ha portata un grande come Maradona. Il calcio cambia. Una volta i numeri corrispondevano alle tipologie di giocatori, il 10 era il trequartista. Oggi Insigne ha il 24, è il giorno in cui sono nato io, perché deve cambiarla?”
La cittadinanza a Maradona ha suscitato delle polemiche, cosa ne pensa?
“È giusto dargli la cittadinanza, gli spetta di diritto. Le polemiche non mi interessano. Io volevo fare una partita il 30 maggio, avevo sentito anche Ceci. Ma Diego aveva altri impegni e poteva venire solo a luglio, ma il preliminare ci ha imposto di partire prima per Dimaro. Ma fare una partita con i nostri calciatori tornati dalle vacanze poteva anche significare qualche infortunio. Avevo pensato a una kermesse di calci di rigori, ma poi mi sono ritirato da questa organizzazione. Problema di carattere economico? Si risolve trovando altre soluzioni. Il cachet di Maradona porta il problema di non cadere nella maglie dell’ufficio imposte che ha nel mirino l’ex calciatore del Napoli”.
È possibile rivedere Maradona al suo fianco?
“Mai dire mai”.
La parola scudetto va pronunciata ora?
“Prima o poi dobbiamo vincere lo scudetto, meglio prima che poi. Tutti dobbiamo fare questo sforzo, dai tifosi ai calciatori, dal presidente alla stampa: vigilate su chi non vorrebbe farcelo vincere”.
Si sente garantito dagli equilibri in Lega?
“Sì, anche perché credo che loro capiscano che nessuno è fesso, in caso contrario venderemmo cara la pelle. Le istituzioni? Non lo so, se ci stessero accanto avrebbero già fatto i lavori al San Paolo. Una volta ho aspettato Auricchio due ore e lui non si è presentato. Con una sponsorizzazione di 800 mila euro avrei fatto i lavori, ma non me l’hanno fatto fare. Ad oggi ancora non sono stati sostituiti i seggiolini. Mi auguro di poter ospitare le grandi squadre tra quattro anni in un nuovo stadio che costruirò io a Bagnoli. Che idea ho di De Magistris? È una persona perbene, ma è un politico che guida un Comune in dissesto finanziario. Allora io prenderei il più grande manager tedesco a rigovernare l’esercizio comunale. Bagnoli? Un paio di mesi fa mi hanno detto che faranno esami vari e che a dicembre dovrebbero partire i lavori di bonifica che dovrebbero durare due anni. Se succede questo davvero, io sono pronto subito a fare una proposta per costruire su cento ettari la città del Napoli”.
Juve avversaria principale per lo scudetto o vede anche le milanesi e la Roma?
“L’Inter si sta rinforzando, Sabatini e Spalletti sono due persone capaci. Anche il Milan sta investendo tanto, ma non so se sia già al livello dell’Inter. Ma ho piacere che cinque squadre come Juve, Napoli, Milan, Inter e Roma si giocheranno lo scudetto”.
Il vero colpo è stato rinnovare il contratto a Insigne?
“Lorenzo è un valore aggiunto perché ha una grande famiglia alle spalle. Volevo che lui dimostrasse a sé stesso e a me che non ce n’era per nessun altro. Mi ha dimostrato davvero, da napoletano quale è, che ci tiene davvero a Napoli. Pagando anche qualcosa in più, devo dire che se l’è meritato”.
Criticò Sarri perché giocavano sempre gli stessi
“Alt. Io a Madrid me la presi con la squadra, non con Sarri. Il tecnico deve capire che ognuno deve fare il proprio mestiere. Se io investo un certo numero di milioni su un ragazzo, ci sta che, anche in malafede, gli chieda perché non lo fa giocare. È il gioco della parti. Per me Sarri è il numero uno degli allenatori che ci sono in Europa. Ma se investo tanto, ho la possibilità di chiedere per quale motivo i nuovi acquisti non giocano”.