Dani Alves ha rescisso il suo contratto con la Juventus. Divorzio annunciato praticamente da giorni che ha acquisito, nel pomeriggio di ieri, anche i crismi dell’ufficialità. Un’avventura in bianconero durata circa un anno, giorno più, giorno meno. Finita come era iniziata: tra la meraviglia e lo sconcerto, per i modi e i tempi in cui è arrivata. Sia prima che dopo. Un giorno all’improvviso, direbbe qualcuno.
Ogni dettaglio ci è oscuro. I motivi per i quali Dani Alves ha abbandonato la nave sono ancora poco chiari: c’è chi parla di nuovi stimoli, chi di spaccatura con lo spogliatoio o, addirittura, con la dirigenza. Tutte supposizioni, congetture più o meno probabili, che saranno appurate in là col tempo. Per il momento non ci resta che commentare le vicende calcistiche. Quelle più importanti, d’altronde. E in questo il brasiliano, bisogna ammetterlo, si è quasi sempre fatto apprezzare, al netto di qualche scivolone iniziale. Impossibile non averlo amato almeno una volta durante il suo trascorso a Torino. Allora è tempo di ringraziamenti.
Partiamo da qualcosa di leggero, com’è vista la sua essenza. Un lato esteriore che ha spesso camuffato la dedizione e l’impegno in campo. Ecco, grazie per le foto e i video scanzonati pubblicati ogni giorno sui social. Ci hai strappato un sorriso (ogni tanto, eh…). Nei momenti difficili sei stato criticato e odiato principalmente per questi atteggiamenti. E solo alla fine ti sei rifatto con gli interessi, dimostrando di essere un campione sul campo e non fuori.
Grazie per averci fatto capire che il calcio è anche e, soprattutto, un gioco. Dunque, come da definizione, “qualsiasi attività a cui si dedicano adulti o bambini a scopo di svago”. Tu ci hai fatto divertire, pure tanto. Ci hai fatto capire che un terzino non è solo tackle ruvidi e diagonali, ma molto di più. Può essere anche genio, seppur in un ruolo insolito.
Grazie per la tua mentalità vincente, che hai tramandato e condiviso con tutto lo spogliatoio. Nella tua ricca bacheca di trofei, hai aggiunto anche Serie A e Coppa Italia, competizioni in cui sei stato fondamentale sul traguardo. Peccato per la Champions, davvero. Ma sei stato l’ultimo a mollare e noi lo ricorderemo, sempre.
Grazie per le reti di pregevole fattura e gli assist al bacio nella cavalcata verso Cardiff. Da Zagabria a Monaco: istantanee di felicità, e non solo. Immagini di un processo di crescita che, anche grazie a te, ha cambiato la mentalità europea della Juventus. Almeno fino alla semifinale.
Infine, grazie per le tue dichiarazioni delle ultime settimane. Erronee e totalmente fuori luogo, certo. Ma che, allo stesso tempo, hanno causato il rovescio della medaglia, riaccendendo un senso di orgoglio e appartenenza in molti bianconeri, quasi sopito dopo la disfatta con il Real Madrid. Addio, Dani. E grazie anche per questo!