Juve, ecco perché il mercato va fatto a centrocampo

Qualche giorno dopo la finale di Champions League vinta dal Real Madrid, il gioiello del centrocampo delle MerenguesLuka Modric – ha svelato il segreto che ha permesso agli spagnoli di annichilire la Juventus: prendere i bianconeri in contropiede. Secondo l’opinione del croato, infatti, l’assetto difensivo della formazione di Allegri è eccellente quando piazzato, ma va in difficoltà se preso di rimessa. Assetto difensivo, non difesa: è tutto il modo di cercare di arginare l’avversario che dovrà essere portato alla perfezione. E ovviamente, un occhio di riguardo lo merita il centrocampo.

IMPREZIOSIRE LA CINTOLA

Pjanic e Khedira, va detto, sono calciatori eccellenti. Il bosniaco, se possibile, ha dato il meglio di sé proprio quando impiegato in una posizione per lui insolita: mediano davanti alla difesa, con un solo compagno al suo fianco. Ha sorpreso la sua capacità nel recuperare palloni, mentre ha sorpreso decisamente meno la sua altissima percentuale di passaggi riusciti. Il tedesco, invece, ha disputato – dopo anni – una stagione al top della forma: infortuni ridotti al lumicino e prestazioni in costante crescendo.

La barriera formata dal 5 e dal 6 è stata, fino alla finale di Cardiff, praticamente invalicabile: perfetti in fase difensiva, propositivi in quella offensiva. E nemmeno gli attacchi atomici di Monaco e Barcellona son stati capaci di disintegrarla.

La Juventus di Allegri, però, non aveva fatto i conti con un nuovo pericolo: l’organizzazione tattica di Zidane. L’intervallo di Cardiff è stato il momento esatto in cui la stagione della Juve è cambiata radicalmente: l’allenatore francese ha ricordato ai suoi giocatori il modo di far male ai bianconeri, che son capitolati.

Isco, tra le linee, non è stato preso mai; le due fasce sono state semplicemente esiziali, con Modric-Carvajal da una parte e Kroos-Marcelo dall’altra. La distanza tra i reparti nella squadra bianconera ha fatto il resto: è equivalso a firmare la propria condanna a morte, vista la velocità di pensiero e di azione dei fenomeni blancos.

IL PROFILO ADATTO

Più che nomi, occorre identificare la tipologia di giocatore di cui necessita la Juventus. Un tempo li chiamavano incontristi, o giocatori di rottura, quasi in senso dispregiativo. Ora, invece, si sta iniziando a capire l’essenzialità di questo aspetto nel calcio: basti guardare Casemiro, il classico uomo che non si vede, ma si sente.

Ogni grande squadra che si rispetti è capace di affiancare ad un grande collettivo di calciatori dai piedi buoni uno meno chiacchierato, magari non capace di far breccia nel cuore dei tifosi, ma utile più del pane in tempo di crisi. Il tipico giocatore che pulisce i palloni sporchi, dà una mano in mezzo ai centrali difensivi e non lascia mai scoperta la squadra in caso di contropiede avversario.

N’Zonzi potrebbe risultare più utile di quanto, superficialmente, si crede: al Siviglia ha disputato stagioni eccellenti, risultando uno dei principali protagonisti delle vittorie europee degli andalusi. E lo stesso Allegri lo stima moltissimo: il mediano franco-congolese abbina fisicità ad una grande intelligenza tattica. In sostanza, ciò che serve all’attuale Juventus. Forse, addirittura più di Tolisso.

 

 

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