C’era una volta, tanto tempo fa, un lago in cui viveva una fanciulla verde: ella viveva proprio nel fondo, con la sola compagnia di una mandria di mucche. La fata usciva dal lago con le sue mucche la mattina presto, e tornava quando le campane, con la loro dolce melodia, suonavano l’ora tarda. Una notte, una di queste mucche si attardò a rientrare, e al suono delle campane, non era ancora a casa. La fanciulla suonò la sua tromba d’argento, preoccupata che non la sentisse; la mucca si era persa. Per sua fortuna però, fu ritrovata da due giovani del luogo, che la accudirono con amore e pazienza. La piccola mucca, bianca come il latte, ripagò ben presto questo affetto: in breve tempo diventò una autentica latteria, facendo la ricchezza dei suoi padroni, che vendevano il suo latte di qualità superiore a tutti gli altri. Era felice, anche se il ricordo della fanciulla verde era ancora ben impresso, tanto che, al suono delle campane, conservava ancora qualche timore prima che esse cessassero.
Le cose cominciarono ad andare male con il passare del tempo: il padrone, un vecchio spilorcio, vendeva al miglior offerente i suoi vitellini, e la mucca si intristiva molto a doversi separare da loro, tanto da non riuscire più a produrre latte. Il vecchio decise di macellarla, e i due giovani che l’avevano trovata, non si davano pace. Ma proprio nel momento in cui la mucca stava per diventare carne da macello, la fanciulla verde del lago fece la sua comparsa, e con il suono della sua tromba d’argento, bloccò l’ascia del padrone. La mucca scappò via, raggiungendo la sua vera padrona, che con una magia radunò tutti i vitellini attorno a sé, per volare, tutti insieme, di nuovo nel lago. La fanciulla vide i due giovani, che avevano visto tutta la scena, e in segno di riconoscenza per l’amore dato alla sua mucca, consegnò loro un vitellino, che, con una magia, diventò tutto nero, diverso da tutti gli altri.
L‘amore viene ricompensato con amore, la gentilezza con la gentilezza, l’avidità con il niente. Da ogni azione deriva una conseguenza: fatti non siamo per vivere ogni giorno uguale all’altro, ma per emozionarci, ampliare la nostra conoscenza e fare il bene di tutti. Questa Juve è rimasta troppo tempo dentro al lago, è tempo di uscirne fuori.