Dal punto più basso della carriera al più alto, dalla fabbrica allo Scida, la storia di Andrea Nalini ha dello straordinario. Rifiuti, difficoltà, 800 euro al mese e un sogno prossimo allo spegnersi, allo svanire per sempre. Un pendolo che, reinterpretando Schopenhauer, oscillava tra delusione e rammarico, la consapevolezza che le occasioni fossero svanite e poi il grande salto.
BENVENUTI AL SUD
La seconda vita di Nalini comincia proprio così, da Verona a Crotone, facendo tappa a Caserta e poi a Salerno. Il classe ’90, buon giocatore e addetto würstel all’Aia, milita in serie D, tra le fila della Virtus Verona. Uno della classe operaia, non ha mai chieso favori, ha ottenuto tutto sudando e lavorando sodo.
La fortuna, però, gira per tutti. Bisogna solo saperla coglierla al volo: Virtus-Casertana, finale play-off per accedere nella vecchia C2. Il pass per il salto di categoria lo strappano i veneti, il merito (o almeno gran parte) è proprio suo, Andrea la decide con una doppietta. La Salernitana, attenta osservatrice del match non si lascia sfuggire l’occasione, capendo che il giocatore è destinato a ben altri lidi.
IL SALTO DI CATEGORIA
Eccolo qui, con la valigia in mano, via da quella fabbrica, pronto a tramutare i suoi sogni in realtà. Visto il passato, qualche incoveniente doveva esserci, nulla è mai stato semplice nella sua carriera fino a quel momento: i primi mesi in granata vanno a rilento, il ragazzo non trova mai spazio e fa ritorno alla sua Virtus per non perdere la condizione atletica.
Passano sei mesi e il prestito finisce, che fare? Nalini viene confermato dalla Salernitana e ripaga la dirigenza mettendo in campo tutta la sua voglia, la sua energia e il suo spirito combattivo. 3 gol e qualche assist a fine stagione, promozione in Serie B e nuovo salto di categoria. La vita capovolta, in senso positivo, in soli 24 mesi.
LA SERIE A
Altro giro, altra corsa. L’adattamento in B non è dei migliori, la stagione passa fra una panchina e l’altra, le presenze scarseggiano e…Andrea si ritrova al vertice, in Serie A, dopo aver scalato categoria per categoria, lavorando a testa bassa giorno e notte.
Di punto in bianco la chiamata che aspettava da una vita, un contratto da 120mila euro a stagione e la possibilità di giocarsela con i migliori. Morale della favola? Non smettere mai di crederci, non accontentarsi mai, provarci fino alla fine.
Giusto, la storia non finisce qui. Le migliori pagine sono ancora da scrivere…