Una delle “novità” che ha portato al grande risultato di ieri sera ha a che fare con un ritorno. Un ritorno molto speciale. Quello di Claudio Marchisio, da titolare, in Champions League contro il Monaco.
IL CAMBIO
Ad affiancare Miralem Pjanić non c’è stato infatti lo squalificato Khedira, il quale però non è stato affatto rimpianto. Anzi. Il Principino ha “regnato” sul Principato con una prestazione encomiabile fatta di sostanza e tanta, tantissima corsa. Sì, perché dopo il lungo infortunio non è semplice tornare a dare tutto per 90 minuti. Ieri Claudio ci è riuscito fino all’81’, dimostrando a tutti perché è una delle colonne, e bandiera di questa Juventus. L’affidabilità del numero 8 bianconero è ormai cosa risaputa: con lui in campo, la squadra gira con più criterio. Il giropalla appare più fluido e la difesa può contare su un uomo in più. Un uomo che torna, recupera palloni, aggredisce, e trova il fiato per riproporsi avanti. E se proprio si dovesse cercare il pelo nell’uovo, sarebbe solo questa l’unica pecca di ieri. Manca ancora quella qualità a cui tutti ha abituato, con quel piede in grado di segnare gol meravigliosi e spesso decisivi. Ma la miglior condizione è quasi arrivata e il rodaggio sta per terminare.
LA DIFFERENZA
La differenza tra il centrocampo Pjanić-Marchisio e Pjanić-Khedira balza subito all’occhio: è tutta questione di organizzazione. Con i primi due c’è, ed è evidente, un tasso di qualità e quantità maggiore. Con il bosniaco che sta ancora imparando a diventare un guerriero, ma che ha il piede fatato, l’esperienza e l’ulteriore qualità e intelligenza tattica di Marchisio fanno la differenza. Con loro due si è ammirato un gioco più intenso ed ordinato, e questo vale per tutte le altre volte che hanno fatto coppia insieme. Con Sami Khedira c’è invece un approccio diverso. Con lui in campo si nota sicuramente di più il lavoro di Miralem, con il secondo che diventa molto pericoloso con i suoi tagli in area avversaria. Il tedesco è un calciatore tatticamente molto intelligente e quando ne ha l’opportunità sa essere determinante, ma spesso soffre di cali sia dal punto di vista fisico che mentale. Non è infatti difficile perderlo arrivati ad un certo punto della gara, con il suo nome che viene sempre meno pronunciato dai telecronisti. Khedira, proprio come Pjanić, è spesso incostante. E proprio quest’ultima caratteristica rende la seconda coppia meno efficace della prima.
Probabilmente è stata una fortuna la defezione del tedesco ieri sera, visto che le due coppie possono essere estremamente utili a seconda dell’avversario affrontato. Con un avversario giovane, rapido e offensivo come il Monaco, probabilmente l’8 e il 5 sono capitati praticamente a pennello. E chissà che allo Stadium Allegri non possa rifarci un pensierino.