Affinché il calcio unisca e non separi. Affinché si possa guardare una partita di pallone con quello che è il giusto sentimento. Ieri quello che proprio non è piaciuto non sono i fischi a Higuain che possono essere comprensibili bensì il gesto di uno degli addetti ai lavori. Parliamo dell’allenatore del Napoli, Maurizio Sarri che si è reso protagonista di un’azione non proprio signorile ma totalmente da condannare.
Napoli-Juve, niente fair play
Siamo nei minuti finali di una gara intensa che vede di fronte forse le due migliori squadre del calcio italiano. Il risultato è ancora in bilico e gli azzurri sono in proiezione offensiva. Juan Cuadrado lamenta dei crampi, attirando l’attenzione di Mertens che continua l’azione disinteressandosi del colombiano che nel frattempo resta a terra. La difesa della Juventus recupera palla e la spazza prontamente fuori per consentire le cure del caso all’esterno bianconero. Come da costume il Napoli dovrebbe riprendere il gioco cedendo nuovamente palla agli avversari ma il tecnico dei partenopei ordina ai propri giocatori di non restituire la sfera e continuare il loro gioco. Imperativo eseguito poi dagli azzurri che ovviamente lascia basiti e infuriati gli avversari.
Napoli, caduta di stile
Sarri interrogato sull’accaduto in conferenza stampa replica poi così: “Non ho niente da rispondere, perché dobbiamo fare un gesto di fair play contro una squadra che perdeva solo tempo? Se siamo sportivi tutti e due ok, ma altrimenti non perdiamo tempo ulteriore. Non accetto critiche sulla sportività, abbiamo 180 falli in meno di loro, siamo la squadra meno ammonita del campionato. Abbiamo deciso così perché loro hanno fatto un certo atteggiamento”. Dichiarazioni che lasciano il tempo che trovano se poi del fair play se ne ignora l’esistenza. Perché il calcio è sport di contatto e le simulazioni un malcostume che non esclude nemmeno i propri atleti.
Ricominciare da ieri
Il tutto vuole essere una critica costruttiva per fare in modo che almeno gli addetti ai lavori abbassino finalmente questi maledetti toni. Perché in questo modo non si fa altro che fomentare l’odio del pubblico verso una squadra. Perché il lancio di oggetti verso il campo da gioco è da condannare ma resta pur sempre il gesto isolato di qualche idiota. Mentre certe decisioni, come quella di non presentarsi alla premiazione alla finale di Supercoppa di Pechino o come quella dettata ieri da Sarri, sono di persone che vivono all’interno del mondo calcio. Perché chi ama questo sport realmente è stufo di tutto quello che è il contorno. Perché chi ama realmente il calcio dà l’ennesima possibilità a un movimento che in questo modo tende ad un lento declino. Perché chi ama realmente il pallone vuole solo godersi un grande spettacolo come quello di ieri offerto da Napoli e Juventus, nient’altro.