Pjaca, è ora di svegliarsi. La Juve non ti aspetta

La Juventus vince all’ultimo respiro il big match contro il Milan. Risultato che permette ai bianconeri di tornare a correre dopo il pareggio di utile e, soprattutto, di prendere entusiasmo in vista della Champions di martedì. Non tutti però hanno convinto fino in fondo, ed è il momento di fare qualche riflessione.

OCCASIONE SPRECATA

Stiamo parlando, ovviamente, della prestazione di Marko Pjaca, oggi schierato a sorpresa al posto dell’acciaccato Mandzukic (coliche intestinali per lui). Il giovane croato è arrivato a Torino per una cifra molto importante, circa 22 milioni di euro, e da subito è stato coccolato dai tifosi bianconeri. Inizio di stagione, giustamente, di ambientamento al nostro campionato. Poi, quando sarebbe potuto arrivare il suo momento, l’infortunio in Nazionale che lo ha tenuto lontano dai campi per tre mesi. Tre mesi di lavoro perso, che hanno fatto scendere ancora Pjaca nelle gerarchie di Allegri. Stasera, un po’ casualmente, la grande occasione: titolare contro il Milan, in un match che per i tifosi significa molto. E Pjaca, siamo sinceri, ha un po’ sprecato questa occasione. Il croato va troppo a sprazzi: grandi giocate che ti fanno alzare dal divano estasiato, intervallate però da molti errori tecnici e tattici. Forse ora capiamo cosa vuol dire Allegri quando dice nelle conferenze stampa che il ragazzo ha i numeri, ma che serve più cattiveria e sacrificio.

RISCHIO DI PERDERE IL TRENO

Si potrà dire che è tutto normale. Che un ragazzo di 22 anni ha tutto il diritto di sbagliare e crescere. Tutto vero. L’unico problema di Pjaca è che non si trova in una squadra normale. Il croato deve capire che si trova alla Juventus, squadra che ha fatto suo il motto “Vincere non è importante, è l’unica cosa che conta”. Quindi basta gigioneggiare (termine tanto caro ad Allegri) e entrare al più presto nella mentalità bianconera. Anche perché, essendo in uno dei club più importanti d’Europa, nessuno ti aspetta. Puoi avere tutto il talento che vuoi, ma se non ti metti al servizio della squadra e ti cali nella mentalità vincente, c’è il rischio di bruciarti.

Questo articolo non vuole essere una totale bocciatura per Pjaca, ci mancherebbe. E’ solo uno sprono al giovane talento croato nel dare di più, perché il talento c’è. Ora manca solo la continuità…

Simone Calabrese

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