ll regno del Pipita è blindato, l’uomo Higuain vive quasi in clausura, esce con poche fidatissime persone, frequenta raramente qualche ristorante, rarissimamente qualche discoteca di tendenza, non beve il caffè al bar, nonostante abbia vissuto per tre anni nella città in cui il caffè è arte: Napoli. Non porta i panni sporchi in tintoria, non entra nei negozi di abbigliamento per fare shopping compulsivo, non ama neppure guidare l’auto. Si affida per commissioni e passaggi a un factotum che svolge ogni compito. Naturalmente, quando non c’è il fratello manager Nicolas. Da Napoli a Torino non ha cambiato le abitudini.
LA VITA DEL PIPITA A NAPOLI
Higuain ha fatto vita ancora più ritirata nella bella casa di Parco Matarazzo, zona scelta da parecchi calciatori. Infatti, come riportato dalla Gazzetta dello Sport: solo pochi amici e qualche cena. Una puntata ogni tanto a mangiare il sushi a Portici. Un locale preferito in città: la Terrazza Calabritto a piazza Vittoria dall’amico Enzo che gli ha sempre riservato una saletta. Mai la pizza, molti piatti di pesce, che gli piace. Negli anni napoletani ha legato in principio con i Cannavaro, perché Fabio lo conobbe a Madrid e con Paolo ha giocato in azzurro, poi col portiere connazionale Andujar, col colombiano Zuniga e col belga Mertens al quale ha concesso qualche cena. “Non è solare, ma non se la tira”, dice chi a Napoli lo ha conosciuto un po’. “E’ diffidente, ma quando ti conosce è leale e carino, non sopporta chi lo prende in giro”.
Non ha manie e vezzi da calciatore eccentrico. Nessuna follia per macchine e orologi, anche perché il Pipita è molto attento. Taccagno è esagerato, ma oculato sì. Raccontano che quando si lanciava in qualche serata a Milano il momento del conto fosse un po’ da panico.
POI L’APPRODO A TORINO
Nella città della Mole e nella squadra campione d’Italia è arrivato single. Ha legato con i sudamericani e in particolare Dybala. Ora c’è Rincon che, qualche volta, lo passa a prendere in Ferrari. Spesso, lo aspetta l’autista che lo conduce a Vinovo per l’allenamento. È così l’attesa dei giovani tifosi che stazionano fuori si trasforma da ansia in delusione. Gonzalo è pigro, ama stare e, semmai, ricevere, qualche amico o preferibilmente amica, a casa. Higuain si fa portare la cena dagli amici della Lampara, posizionati a pochi passi da casa, e particolarmente amati da calciatori di Juventus e Torino. Quando c’è, provvede l’instancabile Nicolas. Gonzalo predilige cotolette e patate al forno, insalata e, comunque, carne. La pasta non è nel suo dna. Lo conferma Piero, titolare del Catullo in corso Moncalieri: “Qui viene, con il fratello, gli riserviamo una saletta. Non è esigente, è tranquillo, riservato e umile. Si tiene in forma. Mangia solitamente branzino e verdure, con una concessione per la focaccia prima della portata”.
Oltre alla passione per l’arte, ereditata dalla mamma pittrice, ha quella per le donne. A Torino, al Pick-Up, qualche volta ci è andato pure lui. Poche scorribande in discoteca, comunque, la riservatezza è la regola. Quindi, in qualche isolato giorno di riposo, il Pipita ama organizzare, come molti sudamericani ormai, delle serate private, a volte anche con qualche compagno, in un locale che viene chiuso e dedicato ai ricchi del pallone. È la nuova moda. Cena, bar libero, musica e dopo cena. Serata a inviti in cui le presenze femminili sono gradite, ma selezionate. Chi vuol partecipare deve accettare il regolamento. Ma il divertimento è assicurato.