Champions Juve, adesso si fa sul serio. A Oporto per vincere

Oporto, teatro di numerose battaglie calcistiche fra Portogallo e Italia. La Juve ci prova, ma l’obiettivo minimo di uscire dal Do Dragao indenni è fondamentale per superare l’ostacolo degli ottavi di finale di Champions League.

Nessuna squadra italiana, dal successo della Sampdoria targato 16 marzo 1995 in Coppa delle Coppe, è riuscita a sfatare il fortino dei Dragoes, all’epoca Estadio das Antas. Il Do Dragao dunque, costruito in occasione degli Europei del 2004, rimane ancora inviolato nonostante i tentativi di Milan, Lazio, Inter (due volte), Napoli e Roma, oltre a quello della stessa Juventus datato 10 ottobre 2001 e finito con un pareggio a reti bianche.

PROVA DI FORZA JUVE AL DO DRAGAO

Do Dragao
Estadio Do Dragao – Oporto

In Portogallo la Juve ci andrà per fare risultato, inutile nasconderlo. Serve una prova di forza, convincente nel gioco e soprattutto nel risultato finale per far pendere dalla parte dei bianconeri la qualificazione ai quarti e mandare un segnale forte al resto d’Europa. I campioni d’Italia hanno già fissato l’obiettivo minimo da un pezzo: raggiungere almeno le semifinali della competizione per club più prestigiosa, per poi giocarsela alla pari con la squadra che la sorte piazzerà sul cammino degli uomini di Allegri.

MODULO EUROPEO

Già, Allegri. L’uomo che ha saputo trasformare ancora una volta la Juventus con coraggio e personalità dopo l’epopea Conte. Cambiano i moduli, e di conseguenza gli schemi e i movimenti dei suoi interpreti. Al di fuori di Vinovo si è parlato troppe volte – e in alcuni casi urlato – di un necessario cambio d’abito per questa Juve, maggiormente indicato per le serate di gala in Europa. Più offensivo, più spregiudicato forse, che potesse innanzitutto dare un gioco convincente alla squadra e poi, perché no, spaventare anche gli avversari.

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Mario Mandžukić

Addio ai confortevoli cuscini conservatori dunque, con buona pace dei soliti luoghi comuni sul calcio all’italiana. La Juve si rinnova e adesso fa sul serio, schierando il meglio del suo armamentario tutto in una volta, come avvenuto in Juventus-Lazio del 22 gennaio e proseguito sino ad oggi. Un 4-2-4 apparso in principio sciagurato, in cui addirittura un colosso come Mandžukić è stato adattato al ruolo di esterno, al pari del velocissimo Cuadrado. I risultati sono stati felici e, diciamolo, anche inaspettati. E adesso l’esperimento è diventato la normalità, con un nuovo modulo ben oliato.

ESAME DI MATURITA’

Ora però arriva l’esame di maturità, quello per cui la chiave tattica pensata e adottata da Allegri dovrà dare i frutti sperati. Il banco di prova sarà uno stadio caldissimo, una competizione importante. La stessa che la Juve insegue da vent’anni e per cui detiene il triste record di finali perse, che però – volendo vedere il bicchiere mezzo pieno – testimoniano anche un certo feeling fra i bianconeri e questo complicato percorso fra i migliori d’Europa qual è la Champions.

E allora, ad Oporto servirà mantenere innanzitutto un’identità forte, una sicurezza al pari di quella ormai nota in campionato. La mentalità vincente non dev’essere confusa con la presunzione di voler dettare legge in casa del Porto. La Juventus però dovrà provarci, pur sapendo soffrire quando sarà necessario. Dal Do Dragao inizierà la vera Champions, quella fatta dai migliori team, che regalerà lo spettacolo più bello e che non ammetterà alcun errore. Dal Do Dragao, si fa sul serio.

Rocco Crea (Twitter @Rocco_Crea)

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