Non solo un logo, ma un brand, un marchio, riconoscibili in qualsiasi parte del mondo. Il nuovo logo Juventus crea un solco netto col passato e, come tutti i cambiamenti, fa discutere. Comprendiamo i tifosi, ma lo sviluppo non segue il romanticismo e la tradizione. Oggi la Juventus non può più essere solo una squadra di calcio, deve diventare un concetto più ampio, un complesso mondo.
Tre tradizioni: vittoria, sviluppo, cambiamento
Ripercorrere la strada delle grandi industrie a livello mondiale come Nike, Adidas o Ferrari, dove l’immagine del marchio ha quasi superato la visibilità del nome stesso. È questo l’obiettivo, lo dice Manfredi Ricca, Chief Strategy Officer di Interbrand, il gruppo che ha lavorato al progetto del nuovo logo.
Un progetto complesso, che parte da un’idea semplice: la J, per crescere non solo come squadra (che resta l’obiettivo primario), ma anche come identità, brand. Ed è giusto che questo netto cambio di direzione nella storia della Juventus sia avvenuto con Andrea Agnelli presidente: uomo figlio della tradizione, ma mai sazio dei successi, dentro e fuori dal campo.
“Per continuare a vincere dobbiamo evolvere il nostro linguaggio, cambiare pelle. Vogliamo comunicare con i nuovi target. La Juventus vuole diventare mainstream”, ha detto Andrea Agnelli in occasione della presentazione del nuovo logo. L’ispirazione all’ideogramma cinese “forza” (foto a destra) va letta in tal senso.
Perché Milano
Anche la location scelta per la presentazione non è casuale: Milano e non Torino, per tagliare il cordone ombelicale con la casa base e annunciarsi nella città più internazionale d’Italia; il Museo della Scienza e della Tecnologia, posto ideale per iniziare un percorso di crescita, innovazione e sviluppo.
Che stiano tranquilli i tifosi, la Juventus resterà sempre legata alla tradizione: è la società che rispetta meglio l’equilibrio tra identità e tradizione. “Continuamente protesa alla mutazione, ma sempre uguale alla sua anima”, dice Giorgio Porrà. “Black and White and more”, recita il nuovo slogan: quasi a voler dire “il bianco e il nero, ossia la tradizione, non si toccano, ma c’è molto di più”. Nel “more” sono racchiuse tutte le ambizioni della Juventus.
Come nasce il nuovo logo Juventus
Dal punto di vista estetico il nuovo logo Juventus può piacere o no, qui subentra il parere personale, ma va apprezzato il coraggio di voler cambiare, di voler compiere una rivoluzione prima degli altri. Anticipare i tempi, non subirli! Come confermato da Mandredi Ricca e spiegato nella foto in basso, il nuovo logo sintetizza tre cose: le strisce bianconere, essenza del club; lo scudetto, inteso come ambizione di vittoria; e la “J”, riconoscibile e cara all’Avvocato Agnelli.
È un paese per vecchi…
Il mondo del calcio italiano vive troppo nel presente, non riflettendo sul passato, non progettando il futuro. Questo è un atteggiamento che la Juventus non può permettersi di condividere, di seguire. Ad oggi i club italiani, Juventus compresa, non sono in grado di porsi come competitor dei top club di Inghilterra, Spagna e Germania. Economicamente si perde la partita prima di iniziarla. Come già detto su questo sito da Marco Sanfelici, “l’Italia è un Paese di conservatori che mal sopporta gli strattoni, i voli pindarici, le fughe in avanti”.
La sua fuga in avanti con i club italiani la Juventus l’ha iniziata già da anni. Ma la corsa il club bianconero vuole disputarla a livello mondiale e il cambio di logo è probabilmente un atto necessario per iscriversi alla gara.
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