Simili a degli eroi. Così sono stati i protagonisti della Juventus nell’anno solare 2016. Un anno incredibile, fatto di soddisfazioni immense e qualche rimpianto. Un anno che ha evidenziato, ancora una volta, il ruolo da protagonista rivestito dalla Vecchia Signora nel campionato italiano e una crescita costante e graduale in Europa. Un anno fatto di emozioni e pathos: momenti che lasciano un segno indelebile nel cuore e attimi che hanno cambiato la storia della stagione bianconera, in meglio o in peggio. Un 2016 che ha visto il club di Corso Galileo Ferraris aggiungere alla già ricca bacheca uno scudetto e una Coppa Italia. Certo, un anno che, sfortunatamente, non si è concluso in bellezza, a causa della finale di Supercoppa italiana persa a Doha, ai rigori, contro il Milan. Ma che al contempo vede la Juve primeggiare in Italia, a più 4 sulla Roma, e già qualificata, come prima del girone, agli ottavi di Champions League, che si disputeranno contro il Porto. E come ogni anno è arrivato il momento di tirare le somme: ecco allora la valutazione riguardante il 2016 del centrocampo bianconero.
MARCHISIO – VOTO: 8- Il “Principino” è fondamentale per la Juventus e quando manca la sua assenza pesa parecchio. Leader del centrocampo per tecnica e carisma. Sicuramente, “faro” della squadra bianconera, ma anche simbolo: in campo e fuori dal rettangolo verde. Il 2016 di Claudio Marchisio è stato agrodolce, come lui stesso lo ha definito sui social. Protagonista della pazzesca rimonta che ha portato al quinto scudetto consecutivo, in un ruolo, da regista di centrocampo, che ormai padroneggia e conosce alla perfezione. Poi l’infortunio il 17 aprile contro il Palermo, l’Europeo non disputato, il lento e faticoso recupero. Ora, Marchisio è pronto. Pronto a riprendere per mano la sua Juventus. Pronto a riscrivere la storia. Pronto a guidare la squadra verso nuovi trofei.
STURARO – VOTO: 6,5- Quanti classe 93′ possono vantare la stessa sfrontatezza, grinta e dinamicità che Stefano Sturaro offre quando scende in campo? Pochi, davvero pochissimi. A maggior ragione in una squadra di primo livello come la Juventus. Per Sturaro il 2016 è stato un anno di crescita, sicuramente. Un anno di transizione, verso una definitiva “consacrazione”che non è ancora arrivata, ma che, al netto delle qualità del ragazzo, non si farà attendere. Sturaro gode della fiducia di Allegri, non a caso ha collezionato quasi 35 presenze totali nel 2016, e della società che ha deciso di puntare su di lui per costruire il centrocampo del futuro. Quest’anno ha trovato la Nazionale, partecipando agli Europei, e il suo primo goal in Champions contro, addirittura, il Bayern Monaco. Il ragazzo si farà.
CUADRADO – VOTO: 7- La Juventus lo ha voluto fortemente e lui ha voluto tanto la Juventus. Ci sono due cose che Cuadrado non ha mai risparmiato o sottratto alla causa bianconera: cuore e polmoni. Forse, gli manca la giusta continuità per competere sempre ad altissimi livelli, ma il 2016 del colombiano non può che essere giudicato in maniera positiva. Devastante quando riparte in velocità, abile nel saltare l’uomo e nel servire i compagni. Caratteristiche che fanno di Cuadrado un pezzo pregiato della rosa bianconera. E’ suo l’assist per il risolutivo goal di Morata nella finale di Coppa Italia contro il Milan. E’ suo il goal decisivo in Champions League contro il Lione nei minuti finali del match. La sua rete contro il Bayern Monaco, nella sfida poi persa 2-4 ai supplementari, è stata inserita dalla UEFA tra i dieci goal più belli della competizione.
ASAMOAH – VOTO: 6- Asamoah, vero e proprio jolly di centrocampo, ha vissuto certamente un 2016 in chiaroscuro, tormentato da continui problemi fisici. Vicino alla cessione in estate e poche presenze accumulate nel corso dell’anno: Asamoah sembra essere ancora lontano dalla migliore condizione fisica. Lontano, sicuramente, da una continuità di prestazioni che gli permetterebbe, forse, di esprimere le sue migliori caratteristiche: grande corsa, fisico e ottima tecnica. Tuttavia, Asamoah avrebbe chiesto al Ct del Ghana di essere esonerato dall’impegno dell’imminente Coppa d’Africa. Il ghanese, peraltro, rischia di tornare davvero molto utile ai bianconeri che, almeno fino a metà gennaio, dovranno fare a meno di Alex Sandro a causa dell’infortunio rimediato dal brasiliano in Supercoppa Italiana. Il 2016 è stato un anno amaro. Ora è il tuo momento Asa. In bocca al lupo.
PJANIC – VOTO: 7- Da grandi poteri derivano grandi responsabilità, e anche grandi aspettative. Miralem ha rappresentato sicuramente il “colpaccio” di mercato piazzato in estate dalla Juventus per rinforzare il centrocampo. Sottratto addirittura alla principale antagonista degli ultimi anni: la Roma. Pjanic ha deluso in questo primo scorcio di stagione? Assolutamente no. Ma non ha nemmeno entusiasmato. Perlomeno, non quanto ci si aspettasse da lui. Attenzione, questo non vuol dire che il giudizio sul centrocampista bosniaco sia negativo, anzi tutt’altro. Pjanic ha saputo ben calarsi nella realtà bianconera, con l’umiltà insita soltanto ai grandi campioni. Si è messo, dunque, al servizio dei compagni e di mister Allegri, provando svariate collocazioni tattiche. E nonostante il normalissimo periodo di ambientamento ha già dato il suo importante contributo: 6 goal e svariati assist vincenti. Non male per un centrocampista. Tuttavia, da Miralem Pjanic il popolo bianconero vuole di più: a livello caratteriale, soprattutto, e di gioco. Il 2017 sarà il suo anno.
LEMINA – VOTO: 6,5- Qualità e quantità al servizio del centrocampo bianconero. Mario Lemina ha dimostrato di essere un calciatore duttile, dotato di grande dinamismo e forza fisica. Forte nel recupero del pallone e abile inoltre anche in fase di impostazione e distribuzione dello stesso. La giovane età, 23 anni, tuttavia, può giocare brutti scherzi: Lemina, sotto questo punto di vista, ha fatto trasparire, in determinate fasi di gioco, poca lucidità e sicurezza. Limiti che denotano un non ancora avvenuto salto di qualità, ma i presupposti sono ottimi e i margini di miglioramento ampissimi. Il ragazzo non ha potuto esprimersi al meglio anche per i numerosi problemi fisici, ma è difficile dimenticare, ad esempio, il meraviglioso goal siglato contro l’Atalanta e la buona prova in finale di Coppa Italia contro il Milan.
KHEDIRA – VOTO: 7,5- Sicuramente una delle migliori intuizioni di mercato della Juventus. Arrivato a Torino a parametro zero, nel 2015, Khedira ha saputo ritagliarsi un ruolo determinante negli schemi e negli equilibri bianconeri. Max Allegri lo considera imprescindibile e il tedesco ripaga la fiducia del tecnico e del popolo bianconero con ottime prestazioni. Destro naturale, si distingue per forza fisica, dinamismo, visione di gioco e tecnica eccellente, caratteristiche che gli permettono di spezzare le trame offensive degli avversari e far ripartire le azioni, talvolta concluse da lui grazie alla sua capacità di inserimento. Nonostante sia spesso vittima di problemi fisici, disputa una prima ottima stagione alla Juventus, dando un grande contributo alla conquista del quinto Scudetto consecutivo e della seconda Coppa Italia consecutiva. Gli ultimi 4 mesi del 2016 sono assolutamente positivi: buone prestazioni, condite da qualche goal e dalla certezza di un totale e definitivo recupero a livello fisico.
HERNANES – VOTO: 5,5- Il profeta dà e il profeta toglie. Su di lui piovono tante, tantissime critiche spesso ingiustificate ed elogi che durano lo spazio di qualche settimana, al massimo. Hernanes alla Juventus non ha mai trovato la sua dimensione ideale, ma non si può dire che non si sia impegnato per farlo. A volte gli vengono addossate colpe non sue, altre è lui stesso a fare “mea culpa”. Tuttavia, il brasiliano ha mostrato, seppur a sprazzi, ottime giocate. Il più delle volte, invece, si è limitato all’ordinaria amministrazione, e in fondo, forse, va bene così. Non particolarmente veloce, si distingue per dinamismo ed efficacia nel pressing, offrendo un buon contributo alla fase difensiva. La sua dote migliore è il tiro: i suoi 2 goal in bianconero, infatti, nascono proprio da conclusioni dalla distanza. È in grado di ricoprire vari ruoli a centrocampo: trequartista, interno o regista: e forse è questo il motivo per il quale sia approdato alla Juventus. Un 2016 non eccezionale, per niente esaltante, ma neanche da buttare completamente. Un 2016 alla Hernanes.
MANDRAGORA – S.V- La Juventus lo ha scelto per formare il centrocampo del futuro strappandolo al Genoa per una cifra vicina ai 7 milioni. Tuttavia, Mandragora non ha potuto ancora esordire in bianconero, perchè alle prese con la lunga riabilitazione post operazione al piede destro per risolvere la frattura al quinto metatarso. Il pieno recupero, però, è vicino e probabilmente il centrocampista lascerà Torino a gennaio, solo momentaneamente, per accasarsi in prestito a qualche club di Serie A, gli estimatori di certo non mancano. Mandragora nel 2016 ha comunque conquistato, con il Pescara, la promozione in massima serie, facendosi notare per personalità e indiscutibili qualità tecniche e tattiche. A presto Rolando, ti aspettiamo.
PEREYRA – VOTO: 5,5- El Tucumano ha lasciato la Juventus in estate per accasarsi al Watford di mister Walter Mazzarri, un’ operazione che ha portato nelle casse bianconere 15 milioni di euro. Certo, non pochi, ma che potevano essere molti di più se il giocatore avesse mantenuto un rendimento costante anche nel 2016, dopo quanto di buono fatto vedere nell’anno precedente. Il 2015 di Pereyra è stato fenomenale: in molti, addirittura, ancora oggi si chiedono il perchè non fosse in campo nella finale di Champions contro il Barcellona. Il 2016, invece, è stato un continuo declino: l’argentino non ha mai inciso, non ha mai trovato il goal, è parso tutt’altro che energico e reattivo, ha deluso e non poco. La cessione è stata poi inevitabile conseguenza. Tuttavia, in bocca al lupo per tutto Tucu.
POGBA – VOTO: 8- La più alta plusvalenza nella storia del calcio o il più grande rimpianto nella storia della Juventus? La cessione del fenomeno Paul ha varie sfaccettature, molteplici chiavi di lettura, si tratta tuttavia di astratte congetture, niente a confronto di quello che il francese ha fatto concretamente per la maglia bianconera, e quello resterà, per sempre. Lo abbiamo amato Paul, tanto. E ci è dispiaciuto vederlo andare via, sicuramente. Ma era inevitabile e sappiamo che, prima o poi, sarebbe accaduto. Ha lasciato un vuoto, forse incolmabile, nei piani tattici e negli equilibri della Juventus. Sostituirlo, d’altronde, è quasi impossibile e pensare di poterlo fare sarebbe un errore. Con un Pogba in più a centrocampo, ad oggi, il livello della squadra sarebbe di sicuro molto più elevato, più di quanto non lo sia già. Pensarci, tuttavia, è inutile. Forse, anche dannoso. Il 2016 di Pogba è stato straordinario: termina la stagione segnando 10 reti fra tutte le competizioni e primeggiando nella classifica degli assist man della Serie A, risultando così fondamentale nel conseguimento del secondo double consecutivo della sua squadra che, a corollario di una rimonta-record, si aggiudica sia lo scudetto, sia la Coppa Italia. Pogba lascia la Juventus con all’attivo 4 scudetti, 2 Coppe Italia, 3 Supercoppe Italiane, 178 presenze e 34 goal. Grazie di tutto Paul.
PADOIN – VOTO: 6- Quando la “normalità” si trasforma in valore aggiunto, in arma vincente: il confine tra sana mediocrità e leggenda non è mai stato tanto sottile, e Simone Padoin è riuscito nell’impresa di varcarlo. Simone si è fatto voler bene da tutti, juventini e non. E’ diventato “fenomeno” sui social, ma ha sempre mantenuto una professionalità esemplare in campo e fuori. Tanti i paragoni con il “soldatino” Di Livio, soprattutto per la sua incredibile duttilità tattica, che ha riscosso non pochi apprezzamenti: da Antonio Conte prima, con Max Allegri poi. Nel 2016 Padoin è stato utilizzato davvero poco, ma quando chiamato in causa ha sempre dato il suo contributo, con generosità e grinta. Lascia la Juventus in estate per approdare al Cagliari, dove ritrova, inoltre, gli ex compagni bianconeri Storari e Isla. Con la Vecchia Signora vince tutto, totalizzando 107 presenze e siglando 3 goal. Grazie di tutto Pado, l’ “antidivo”.
LUCA PIEDEPALUMBO
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