Una delle “sorprese” di formazione di Torino-Juventus, è stato lo schieramento dal 1′ di Juan Cuadrado. Il colombiano ha preso il posto di Miralem Pjanić, il quale ha accusato qualche problemino di troppo durante il riscaldamento. Allegri ha preferito non rischiarlo, puntando sulla velocità e la tecnica del numero 7 bianconero, con le conseguenze del caso.
NON TANTO BELLO
Di “bello” in Cuadrado, oggi, c’è stato solo il nome. L’esterno è apparso infatti poco preciso nel dialogo con i propri compagni, riuscendo ad applicare poco le sue più grandi qualità: corsa e dribbling. Eppure, a giudicare dalla gara, l’apporto del colombiano avrebbe potuto decidere le sorti del match. Come diretto avversario si è infatti ritrovato Antonio Barreca, il giovane terzino classe ’95 del Torino. Non un cliente impossibile che però, spesso e volentieri, è riuscito ad avere la meglio nei duelli tra i due. Juan a tratti è apparso addirittura impacciato, trasformando quella che poteva essere una buona scelta tattica (per l’approccio all’avversario) e conservativa (preservando Pjanić) in una discutibile. Essendo il Derby della Mole, forse rischiare il bosniaco da titolare avrebbe potuto anche starci, ma il risultato, ad oggi, da’ ragione ad Allegri.
DUE JUVE
In ogni caso da questa partita è evidente che con uno o con l’altro, ci si ritrova dinanzi a due diverse Juventus. Una d’intensità, più aggressiva e intraprendente nelle ripartenze, l’altra più geometrica, fantasiosa e ordinata. Il passaggio, da una Signora all’altra, si è evidenziato proprio col cambio finale in cui Miralem ha preso il posto di Cuadrado. Da un lato una Juve più rapida, intensa e a tratti imprevedibile può essere una vera e propria spina nel fianco degli avversari, ma se Juan non è in giornata il gioco si blocca. Oggi, come detto in precedenza, l’esterno ha punto pochissimo risultando poco d’aiuto ai compagni. L’imprecisione è stata soppiantata da una grande forza di squadra e dai colpi dei singoli, ma con i pochi minuti di Pjanić si è “ritornati all’ordine”. A fluidificare ancor di più le manovre ci ha inoltre pensato Dybala, il cui ritorno non fa altro che facilitare l’evoluzione del gioco juventino. Sì, perché è un vero e proprio processo evolutivo quello in corso a Torino. Il potenziale umano c’è, l’intesa si sta formando sempre di più. Ora, con la tanta qualità a disposizione, è il momento di fare la differenza. E le azioni da gol di oggi, dimostrano che a questa Juventus basta poco per accendere la scintilla e cambiare le partite.
Tralasciando il caso odierno inerente al piccolo stop nel riscaldamento, probabilmente oggi Pjanić avrebbe potuto fare più di Cuadrado. Ma la possibilità di scegliere tra i tanti e qualitativi elementi di una rosa come quella bianconera va sfruttata. Anzi, è un vero e proprio obbligo per Allegri. Il tutto dipenderà dalle condizioni dei propri giocatori, sfruttando al meglio le loro caratteristiche. Perché da esse dipenderà l’aspetto di Madama.