Strano il calcio: una delle scienze meno esatte che esistano, checché se ne dica. Lichtsteiner, alla fine del mercato estivo, quasi stava per andar via. Alcuni parlavano addirittura di Inter, altri pensavano alla soluzione estera, con Borussia Dortmund e Barcellona alla finestra. Un rapporto non più idilliaco con la società, viste le difficoltà nell’arrivare all’accordo per il rinnovo del contratto; rapporto reso ancor più complicato, poi, con l’esclusione dalla lista UEFA dello svizzero, in quanto programmato l’impiego, sulla fascia destra, già dei nuovi Dani Alves e Cuadrado.
A quel punto, parvero proprio non esserci più dubbi: a gennaio o a luglio prossimo (a parametro zero), Licht sarebbe andato via.
LICHTSTEINER, MAI DIRE MAI…
E invece, con la solita dedizione al lavoro che l’ha sempre contraddistinto in questi cinque anni di successi, il trenino svizzero si è messo a disposizione dell’ambiente, ritagliandosi ben sette presenze in campionato (condite da un gol, seppur inutile ai fini del risultato, proprio all’Inter) e ri-convincendo Allegri a voler puntare su di lui anche in ottica europea (a partire, ovviamente, dalla fase ad eliminazione diretta).
Ma, come se non bastasse già la professionalità del numero 26 a fare di lui un elemento preziosissimo, ci si è messo anche il destino. Sì, proprio quel destino così nefasto con il (finora) deludente Dani Alves e bonario con Lichtsteiner stesso, che adesso non potrà proprio permettersi di pensare ad un eventuale addio, perché la fascia destra sarà, molto spesso, ancora di sua proprietà.
LEADER
Ma era davvero indispensabile far fuori l’ex Lazio? Beh, le prestazioni in questo quinquennio aureo della Juventus fanno sorgere non pochi dubbi a riguardo. 203 presenze e 15 gol (non certo pochi per un difensore) nella sua esperienza bianconera, un appoggio continuo sulla fascia, una risorsa mai banale, uno stantuffo instancabile e generoso: tutte qualità che gli hanno permesso di diventare, a tutti gli effetti, una colonna dell’equipe bianconera. E poi, si è voluto fregiare di un titolo particolare: quello di aver segnato il primo gol ufficiale nel nuovo stadio, su meraviglioso suggerimento (ricorderete sicuramente quel bellissimo cucchiaio) di Pirlo.
E ora, caro Stephan, finalmente un’altra occasione, per dimostrare, una volta in più, che questa maglia così pesante l’hai sempre meritata ed onorata. In questo momento di difficoltà, di scarsa personalità, di confusione (niente allarmismi eh, ma nel mondo Juve deve funzionare tutto alla perfezione!), uno con la tua personalità serve come il pane. E siamo tutti sicuri che non ci deluderai, nemmeno stavolta.