La frase “questo tribunale non è competente” o “non può pronunciarsi perchè non è di competenza” l’abbiamo sentita centinaia di volte in questi anni. Strano pensare che 10 anni fa, però, qualcuno si sia sentito così competente da giudicare in modo così accurato quanto denunciato da qualcun altro che, a sua volta, si era basato su un malumore popolare. Esatto, un malumore: questa è stata una delle motivazioni delle sanzioni di Calciopoli. Il fatto che si fosse diffusa un’idea (“la Juve ruba!”) da bar dello sport ha rappresentato un elemento importante nella decisione sul se e come eventualmente punire le squadre coinvolte in quel processo farsa. La storia la sappiamo un po’ tutti ed è inutile continuare a ripeterci: fu un processo parziale, basato su congetture, sul “sentito dire” e, appunto, su un malumore popolare. In parole povere, qualcuno perdeva costantemente sul campo e ha preferito dare la colpa alla Juventus e ai “favori arbitrali” ricevuti piuttosto che alla gestione opinabile di patrimoni econimici e tecnici.
Corsi e ricorsi…
Da poco l’ennesimo tribunale (scusate se non scendiamo nel dettaglio) si è dichiarato incompetente a pronunciarsi sull’ennesimo ricorso della Juventus. A questo punto ci chiediamo: esisterà mai un tribunale, un’istituzione o qualcuno competente per discutere delle motivazioni di tale ricorsi? O effettivamente tale figura istituzionale esisteva (o fu creata, fate voi) unicamente per avviare Calciopoli e decidere quello che fu deciso?
Il tutto fu basato, tra l’altro, su presunte sviste, errori arbitrali, sorteggi pilotati e ammonizioni guidate per favorire i bianconeri o aiutare/danneggiare società vicine o ostili alla Vecchia Signora. Basterebbe questo per capire di cosa si stia parlando, ma vogliamo comunque ribadire che anni dopo (quasi 10 per l’esattezza) la giustizia, forse non la stessa di allora, ha sancito che niente di questo era reale. Niente sorteggi alterati, niente favori o aiutini. Ma come detto, un’idea o un malumore, a quanto pare, alle volte sono più forti dei fatti.
Saltellando di balla in balla
Dalle balle giudiziarie, passateci il termine, alle balle giornalistiche il passo è breve. E così negli ultimi mesi abbiamo cominciato a sentire “notizie” interessanti in orbita Juve. Dallo sgarbo di mercato che ha segnato le cronache estive, si è passati ad un attacco ad personam. Higuain-Juve è stato dipinto come un affare quasi scandaloso, con i partenopei da prima letteralmente accecati e addolorati dal tradimento del Pipita alle poi fantasiose etichette affibiate all’argentino: un po’ la storia della volpe che non arrivava all’uva, ricordate? Sovrappeso, traditore, ingrato e chi più ne ha più ne metta. Fino ad arrivare agli auguri di un suo pronto infortunio per cui una pizzeria napoletana ha pure lanciato la promozione “pizza a 1€ se si fa male Higuain”. “Non ne fa 38” dicono i ben informati: può darsi, ma questo ce lo dirà il tempo e, nel frattempo, l’argentino è a quota 9 reti su 18 apparizioni stagionali. Sempre a proposito dell’ex Napoli e Real, nelle ultime settimane si è pure diffusa la notizia che l’argentino fosse ormai costretto a girare con la scorta a causa delle minacce di morte ricevute. Altra balla che lo stesso Higuain ha prontamente smentito.
Zitti tutti, parla Don Fabio
In ultimo, in questi giorni si è espresso qualcuno che la vicenda Calciopoli l’ha vissuta direttamente, sulla sua pelle e a stretto contatto con la squadra. Parliamo di Fabio Capello, allenatore di quella Juventus che si vide smantellare e spedire in B in quel lontano 2006. Vi abbiamo riportato oggi le parole di Capello, ma vogliamo comunque ribadire quanto detto in modo forte e chiaro dall’ex tecnico bianconero: “Se non ci avessero fermato con Calciopoli quella squadra era destinata ad aprire un ciclo anche a livello internazionale“. Le parole di Capello sono inequivocabili e non c’è davvero bisogno di aggiungere altro.
Una considerazione, tuttavia, è doverosa: stando anche alle parole di Higuain e Pjanić che hanno confermato di aver capito perchè la Juventus vincesse tanto solo una volta essersi uniti ai bianconeri, è incredibile che nessuno oggi si assuma la responsabilità di quello scempio di 10 anni fa, ammettendo umanamento un comportamento tendenzioso, fazioso e soprattutto parziale volto ad annullare quella che era allora, e per fortuna anche oggi, la più forte squadra d’Italia. Tutti giocano a scarica barile, nascondendosi dietro “l’incompetenza” dell’una o dell’altra sezione di questo o quel tribunale di turno: strano davvero pensare che allora, invece, fossero tutti così ferrati in materia di giustizia sportiva e come le prove fossero così nette ed evidenti da istituire in 2 settimane uno dei processi più assurdi e infamanti della storia del calcio moderno.