Senza esprimere un calcio entusiasmante, fluido, intenso e divertente.
Senza un’identità ben precisa nel mezzo del campo, con un Marchisio di ritorno dal suo infortunio, un Pjanic che vaga per il campo senza meta, un Khedira che solo a sprazzi mostra di che pasta è fatta.
Senza l’apporto di Dani Alves che sino ad oggi ha dimostrato di soffrire non poco i vincoli tattici che una squadra italiana ti impone.
Senza Stephan Lichtsteiner in Champions.
Senza Dybala, fermo ormai dal 24 ottobre per l’infortunio subito a San Siro contro il Milan.
Senza Pjaça, anch’egli fermo ai box (e lo resterà ancora) per una botta al perone che sta diventando ormai un caso diplomatico tra Juventus, Uefa e Federcalcio Croata.
Senza Higuain nella serata più importante del primo scorcio di stagione.
Senza il solito contributo dello Stadium, che quest’anno stranamente sembra piuttosto silenzioso.
Senza Pirlo, Vidal, Pogba, Morata, Tevez.
Senza tutto ciò ci ritroviamo a fine novembre con la Juventus prima in Serie A dopo 13 giornate di campionato e con la qualificazione agli ottavi di Champions League assicurata dalla vittoria per 1-3 nella bolgia biancorossa del Sanchez Pizjuan di Siviglia.
Merito di tutti, della società in primis, che ha consegnato a mister Allegri una rosa folta e competitiva, del mister capace di rendere questa Juve camaleontica, in grado di adattarsi a qualsiasi emergenza, merito del Capitano che ha tolto gli occhiali di Clark Kent e indossato il mantello di Superman in diverse occasioni. Merito di Bonucci che diventa sempre più top player e leader di questa squadra, merito dei goal del Pipita, di Mario Mandzukic che quando chiamato in causa ha sempre risposto presente.
Merito dell’intero gruppo.
E’ pur vero che siamo ancora a novembre, la stagione è ancora lunga e esistono inevitabilmente ampi margini di miglioramento.
Arriveranno quindi i momenti in cui questo “senza” verrà meno e potremmo finalmente divertirci senza andare al circo.
Francesco Pellino (Twitter @pelfra79)