Caro Pellè, così non ci siamo: quella stretta di mano mancata che proprio non va giù

Graziano, lasciatelo dire, hai toppato anche stavolta. È doveroso premettere da subito che nessuno intende fare il moralista e, men che meno, dire cosa sia giusto o sbagliato (sarebbe da presuntuosi, dopotutto chi non ha uno scheletro nell’armadio?). Tuttavia, ci sembra opportuno porre in risalto lo sconsiderato e poco corretto comportamento dell’attaccante Graziano Pellè. Un giocatore che, da quando l’ex commissario tecnico Antonio Conte lo ha portato in nazionale, ha trovato la giusta continuità collezionando ben 9 reti in sole 20 presenze. Una media niente male per un centravanti che, ovunque abbia giocato, non ha lasciato proprio un grande segno.

Lui che in estate ha deciso di trasferirsi dal Southampton allo Shandong Luneng, in Cina, dove non stiamo a ricordarvi quanto stia guadagnando per evitare a noi e a voi un mancamento!

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DA VENTURA FIDUCIA A PELLÈ – Ad ogni modo anche Giampiero Ventura sta proseguendo sulla lunghezza d’onda tracciata dal predecessore Conte, puntando molto sulle prestazioni del calciatore pugliese. E Graziano non ha affatto deluso, mettendo il suo timbro anche nell’impegno con Israele, finito 3 a 1 per gli azzurri.

Ieri sera, invece, lui come tutta l’Italia ha incontrato evidenti difficoltà al cospetto delle furie rosse, padrone del gioco per tutto il primo tempo e gran parte del secondo, con il loro consueto possesso palla prolungato, sebbene poco incisivo e con scarsi pericoli per Gigi Buffon.

Se non fosse stato Gigi con quel suo errore a decidere di dare un po’ di brio ai suoi compagni in difficoltà, forse saremmo qui a parlare di un risultato diverso, dato che riteniamo fosse davvero difficile arrivare al 90’ senza capitolare. Infatti, da quell’”infortunio” del nostro portierone, gli azzurri hanno cambiato marcia, anche con l’innesto di Ciro Immobile e del “GalloBelotti, rischiando addirittura di portare a casa anche la vittoria negli ultimi minuti, con una Spagna che avrebbe dovuto finire in 9 uomini per le espulsioni di Diego Costa prima e di Sergio Ramos dopo.

NO PELLÈ, NON COSÌ – Dicevamo. Una scossa avvenuta proprio con l’ingresso in campo dei due attaccanti, con Immobile a sostituire uno scialbo Graziano Pellè. Ed è qui che casca l’asino. Pellè esce, “si dimentica” di dare la mano a Ventura e se ne va dritto in panchina senza neanche degnarlo di uno sguardo.

Un atteggiamento irriguardoso e non da giocatore che in quel momento rappresenta una Nazione, verso il quale non ci sembra il caso di minimizzare se si pensa anche ai possibili risvolti negativi nello spogliatoio, mettendone a rischio l’equilibrio. Così come non ci dimentichiamo dell’altra banalità in cui Graziano è caduto non proprio molto tempo fa, sbeffeggiando Neuer nel rigore poi sbagliato contro la Germania agli Europei. E no, Graziano, non abbiamo parole.

Non solo. Permettici di aggiungere che non dovresti neanche uscirtene con frasi di scuse successive e, come è giusto che sia, sarebbe opportuno prendersi la responsabilità delle proprie gesta, come del resto da te sottolineato in un secondo momento.

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PAUSA DI RIFLESSIONE – La domanda che vogliamo rivolgerti, però, a questo punto è la seguente: perché non contare fino a dieci e, nonostante quei comportamenti fossero a caldo, non rendersi conto della cavolata che stavi facendo? Un vero peccato.

Certo, è probabile che a Pellè un’altra chance venga data ma, nel frattempo, una pausa di riflessione già in occasione della prossima partita contro la Macedonia proprio non guasta, augurandoci che porti i frutti sperati. Starà a lui dimostrarlo, smentendo il classico “non c’è due senza tre”.

Andrea Bernardini

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