L’ultima volta che Alvaro Morata ha calpestato il prato dello Stadium è coincisa con il ritiro, sul palco allestito dalla Lega di Serie A, della medaglia d’oro per la vittoria del quinto scudetto consecutivo dei bianconeri, il secondo in due anni fantastici per lo spagnolo. Un’emozione per gli occhi dei tifosi e per lo stesso ex numero 9 che, con ogni probabilità, già in quei momenti sentiva dentro di sé aria di addio.
ALVARO MORATA, CHE CRESCITA NELLA JUVE – Morata in parte già sapeva che quella sarebbe stata una delle sue ultime apparizioni a Torino con la camiseta bianconera addosso e, quando intervistato nella successiva vittoria della Coppa Italia contro il Milan per 1 a 0 (suo, tra l’altro il gol decisivo nei supplementari), non riuscì a nascondere la commozione. Parole che sapevano di gioia per i meravigliosi successi conseguiti con i compagni e di riconoscimento verso una società con la quale era diventato grande. D’altra parte, lo possiamo dire con assoluta tranquillità, Alvaro Morata alla Juventus è cresciuto molto, sia come calciatore che, soprattutto, come uomo. Un ragazzo semplice, mai sopra le righe che, con pazienza, ha saputo ambientarsi in un mondo del tutto nuovo rispetto al precedente dove era nato e dove si era fatto conoscere come talento del calcio spagnolo ma, di sicuro, altrettanto esigente.
Lasciare il Real Madrid per lui, con la maglia dei blancos come seconda pelle, non sarebbe stato semplice. E Allegri con sapienza lo ha gestito, trasformandolo in breve tempo da giovane promessa ad autentico ariete per l’attacco della Juventus, risultando addirittura decisivo nella maggior parte degli incontri disputati in Champions League, lui che l’aveva vinta sotto l’ombra del mentore Cristiano Ronaldo.
BENTORNATO CAMPIONE – Ecco allora che, seppur con la propria nazionale, il suo percorso torna ad incrociarsi in qualche modo con il suo passato, dato che ormai di questo si tratta. E lui stesso non teme di ribadirlo anche nelle sue recenti dichiarazioni.
Sebbene abbia con chiarezza espresso la sua volontà di restare al Real Madrid, dopotutto sarebbe strano accadesse qualcosa di diverso, il calcio deve essere considerato un universo imprevedibile. E se il futuro del bomber spagnolo potesse, all’improvviso di un giorno d’estate, tingersi di nuovo di quei colori da lui tanto amati? Lo accoglieremmo con ogni probabilità a braccia aperte, da seconda famiglia e seconda casa quale siamo.
SUERTE ALVARO MA CONTRO NOI NO – Nel frattempo a Morata auguriamo le migliori fortune con il Real Madrid ma, come lui stesso ebbe occasione di dire ai tifosi bianconeri nel caso ci fossimo incontrati di nuovo in Europa, non contro la Juventus. Beh, perdonaci Alvaro ma stavamo per dimenticarcene: neanche contro l’Italia.
Andrea Bernardini
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