Morata: “Torino la mia seconda casa. Sarò sempre juventino, ma un ritorno è impensabile”

Alvaro Morata torna a parlare alla stampa italiana. E, come riporta il collega Filippo Maria Ricci su “La Gazzetta dello Sport”, Alvarito quando parla è come se giocasse a calcio: educato, tranquillo, idee chiare e mai banali.

Come si legge nell’intervista della Rosea all’ex numero 9 bianconero, Alvaro è uno juventino doc a Madrid. Un ritorno in bianconero ormai è impensabile, ma la Juventus può essere soddisfatta del profondo legame che si è creato in soli due anni con un giocatore eccezionale. Morata, in occasione del match tra Italia e Spagna, farà ritorno allo Juventus Stadium: “Non vedo l’ora”, commenta Alvarito.

Morata Juve-InterIL RITORNO ALLO STADIUM – “Una grandissima emozione. Ho una gran voglia di giocare a Tori­no e se mi lasceranno un minuto libero lo passerò in città. Sono stato felice, ho vinto e sono stato vicinissimo ad altre vittorie an­cora più grandi e a fare la storia. È la mia seconda casa, lì ho tro­vato l’amore e l’Italia è sempre nei miei pensieri: in casa con la mia ragazza parliamo italiano e appena posso vado a Torino o a Mestre e Venezia, lei è di lì. Faccio le vacanze da voi, ormai sono quasi italiano”.

RITORNO ALLA JUVE? – “Ritornare alla Juve a gennaio? Sinceramente è la prima volta che sento una cosa del genere. Impensabile, sono a Madrid. Detto questo, spero che la Juve vinca sempre, sono
molto juventino e lo sarò sempre. Però non credo sia possibile tor­nare”.

#ITALIASPAGNA – “Chi vince giovedì si guadagnerà il vantaggio di dipendere da se stesso: se non commetterà errori arriverà in Russia vincendo il gruppo. Le due squadre prove­ranno a vincere, ma credo che ci siano grandi possibilità di vede­re un pareggio perché sarà una gara molto tattica: voi lo siete sempre stati e noi stiamo lavo­rando tanto in quest’ambito. Mi immagino una partita con po­chissime occasioni»

RIVINCITA DOPO EURO 2016 – “Oggi in noi è cambiato soprattutto l’aspetto tattico. Dobbiamo por­tarci al vostro li­vello. L’Italia di Conte all’Euro­peo era una mac­china perfetta tatticamente: i la­terali giocavano con gli attaccanti senza nemme­no doverli guardare perché le due punte facevano sempre quel movimento tipico degli attac­canti di Conte, e chi veniva da dietro andava a memoria. All’Europeo tatticamente eravate superiori a noi e queste sono co­se che ti permettono di vincere una partita. Non vi volevamo in­contrare, ci siete toccati e ci ave­te mandato a casa. Quello però è il passato, ora speriamo di esse­re più preparati”.


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SENZA CHIELLINI – “Meno male! Le mie caviglie rin­graziano, anche se ho una gran voglia di rivedere lui, Leo, Andrea, Gigi. Siamo sempre in contatto, ci mandiamo video, foto, messaggi, voglio loro un gran bene perché io sono arrivato lì che praticamente ero un canterano del Madrid e mi hanno trattato in maniera incre­dibile. Sarò sempre grato. Chiel­lo, Leo, Andrea mi hanno aiutato tanto… Soprattutto dandomi un sacco di calci in allenamento!”.

tevez-morataLA SERIE A“Un giorno Tevez mi disse che per un attaccante andare a gio­care in Italia è come andare al­l’università e laurearsi. Da voi ho imparato a muovermi in manie­ra più complessa, mi sento più forte fisicamente, mi ha fatto be­nissimo”.

CRISI REAL? – “È chiaro che mi piacerebbe sta­re sempre in campo, ma al Real non si può pretendere di giocare ogni partita. Io lavoro al massi­mo, poi non dipende da me. Quattro pareggi consecutivi? Sì, però siamo primi a pari me­rito… Se anche senza vincere continuiamo a stare lì in alto non è male. È chiaro che non possiamo più sbagliare e che avremmo potuto essere più avanti, però non sono preoccupato. Zidane mi dice continuare a lavorare. Mi parla tanto, è contento”.

DOMINIO JUVE“In Italia senza dubbio. Ha preso il mi­gliore del Napoli e il migliore della Roma aumentando il diva­rio con le concorrenti. Sarà di nuovo campione. In Champions? Sarà un gran rivale, ma in Champions ci vogliono anche al­tre cose. Sbagli una partita e ad­dio, come a noi a Monaco l’anno scorso. Che rab­bia. Era il nostro anno, me lo senti­vo. Abbiamo gio­cato alla grande contro una squa­dra candidata al­la vittoria finale. È andata male, peccato. Però quest’anno vedo la Juve almeno in semifinale”.

ESTATE DI CALCIOMERCATO“Alla fine dell’Europeo Fabio (Paratici, ndr) mi disse che la Ju­ve mi voleva e che avrebbe fatto un’offerta importante per me e che se fosse andata male avreb­be cercato un giocatore altret­tanto costoso o più caro. È anda­ta così. Il Napoli? Mio padre e il mio agente Juan­ma Lopez mi dissero che erano stati contattati dal Napoli e che si erano riuniti. “Scordatevi la cosa”, gli risposi subito. Dissi lo­ro che per come ero stato tratta­to dalla Juventus, per quanto ero stato felice lì, non sarei mai andato al Napoli”.

 

 

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