Un esordio migliore, Miralem Pjanić, non poteva proprio desiderarlo. Juventus-Sassuolo, prima da titolare allo Stadium e tanta, tanta voglia di mettersi in mostra. Una voglia che premia sia la Signora che il suo nuovo numero 5.
IL FREDDO – I suoi primi venti minuti sono la rappresentazione perfetta della sua essenza: preciso, freddo, a tratti quasi robotico. Con il genio ancora ben inscatolato, tenuto con cura per il momento più opportuno. Nel primo gol di Higuaín ci mette subito lo zampino, recuperando palla dopo un’incursione neroverde e saltando un avversario. In questo modo innescherà il passaggio per Sami Khedira che a sua volta troverà Dybala, pronto a servire il Pipita. Dal 5′ minuto in poi continua la sua partita con calma, dosando le forze e muovendosi con intelligenza. Al 18′, dopo una bella azione in attacco sviluppatasi sull’asse Dybala-Higuaín, il bosniaco si trova in posizione perfetta per calciare ma esita: qualche leziosismo di troppo. Ma Miralem sa come farsi perdonare. Lo sa e lo fa. Precisamente al 27′, quando timbra il suo primo gol in bianconero. Azione sulla destra di Dybala che viene steso in area, il pallone finisce sui piedi di Khedira che scodella in mezzo trovando la testa del numero 5. Traversa piena, poi però la butta dentro sul rimpallo. Il gol del 3 a 0 è servito, la firma è quella di Giotto.
A SORPRESA – Una delle novità di Massimiliano Allegri è la posizione del bosniaco, non adoperato come regista ma come mezz’ala sinistra. Davanti la difesa ci finisce invece Lemina, con Pjanić pronto a rendersi più pericoloso a supporto della coppia d’attacco argentina. La duttilità dovuta alle sue grandi doti tecniche fa sì che riesca a trovarsi a meraviglia soprattutto con la Joya, col quale cerca e trova il dialogo. Con Lemina molto più bravo nel coprire che nel gestire gioco, Pjanić ha la libertà per rendersi doppiamente utile: con il Sassuolo pronto all’attacco, si abbassa e aiuta in fase difensiva mettendo in difficoltà soprattutto Magnanelli. In fase di possesso palla è invece pronto a costruire, inventare, e a proporsi inserendosi negli spazi. Proprio come fa al 37′ del secondo tempo, creando una delle occasioni più pericolose del match. Stoppa con classe, al limite dell’area, un gran pallone lanciato da Bonucci, mettendo subito la palla in mezzo per Dybala. Quest’utlimo viene però anticipato da Acerbi. Una palla che il folletto argentino avrebbe dovuto soltanto toccare per siglare il gol del 4 a 0.
CERTEZZA – Tutto il suo genio non è esploso in questa prima partita, ma nella maggior parte dei pericoli bianconeri c’è stato il suo zampino. L’adattamento alla realtà juventina sembra procedere nel migliore dei modi, con una forma fisica in crescendo e con l’amalgamarsi al gioco e ai compagni. C’è da eliminare qualche preziosismo di troppo, qualche momento di poca lucidità che tanto fa arrabbiare il Mister. Pjanic però ha già dimostrato di sapere essere l’in più del centrocampo della Signora. E’ pronto a diventare la certezza, con la possibilità di averlo sia come regista che come mezz’ala. Proprio come ieri sera. Un’opzione, la seconda, che lo rende molto più pericoloso e che, con il ritorno di Marchisio, sarà sicuramente quella più gradita anche ad Allegri.
Perché con il suo piede, la sua intelligenza e il suo estro magnifico, Miralem può creare uno stupefacente e quasi irreale pericolo. Dal correre soppesato e quasi freddo, alla scintilla di pura magia che può scaturire solo da lui. Dai capolavori disegnati dal piede di Giotto.