Domani sarà a Wembley, per seguire Manchester United-Leicester: Ranieri contro Mourinho, commentata da Fabio Capello. Che oggi ha parlato ai microfoni della Gazzetta: “La partenza di Kanté è un brutto colpo per il Leicester”, ha detto. “Lo United ha speso tanto e il ritorno di Pogba sarà il colpo dell’estate, ma in difesa vedo ancora problemi. 500 milioni in tre anni per vincere una Coppa d’Inghilterra e ritrovarsi due volte fuori dalla Champions”.
Milan, svolta epocale
Insomma: tanti soldi non fanno una grande squadra, non per forza. Tuttavia, l’attenzione non può che spostarsi sul cambio di proprietà del Milan: “È una svolta epocale”, sentenzia Capello. “Silvio Berlusconi è stato il più grande presidente della storia del Milan. Neppure il suo peggior nemico può contestare i numeri: nessuno ha vinto come lui”.
“Vado oltre il Milan: è stato uno dei più grandi dirigenti del calcio di tutti i tempi. Ha portato la sua squadra in cima al mondo. Ricordo quando si presentò dicendo ‘vogliamo creare il club più forte in assoluto e offrire uno spettacolo indimenticabile’. Molti risero. Anche io rimasi scettico. Ha avuto ragione lui. Oggi i tifosi del Milan devono dire solo una parola: grazie”.
Una legge diffusa
Una svolta epocale, quindi, ma inevitabile: “Era destino che finisse così. Oggi un imprenditore, per quanto grande e con importanti mezzi finanziari come quelli di Berlusconi e Moratti, non può gestire da solo un club di respiro internazionale. La nuova realtà passa per le risorse dei gruppi arabi, cinesi e russi”.
“Guardate la Premier: tutte le società più importanti, Leicester compreso, sono in mano a proprietà straniere. È una legge alla quale in Spagna si sottraggono per ora Real Madrid e Barcellona per la struttura particolare dei due club, mentre il Bayern è il colosso per eccellenza della Germania”.
L’eccezione Juventus
E in Italia, in un quadro generale tetro, si distingue solo la Juventus: “A Torino si sono mossi con intelligenza e hanno una risorsa fondamentale: lo stadio. La Juve è riuscita anche a ricreare il famoso spirito di squadra di un tempo: giocatori come Buffon, Chiellini, Barzagli, Bonucci e Marchisio hanno dato un’impronta. Ricordate le frasi di Buffon dopo Sassuolo? Riportò tutti all’ordine”. E per lo scudetto? “L’ho già detto: non c’è corsa”.