Tuzla, la Bosnia e quell’eredità che pesava come un macigno. Miralem Pjanić nasce là, il 2 aprile 1990. E nel suo futuro, c’era il calcio, quasi inevitabilmente. Suo papà, infatti, giocava nella seconda divisione jugoslava, quindi Mire era un figlio d’arte, con quella passione tramandata, diventata qualcosa di più grande e rafforzata anche quando la vita ti mette davanti a piani che non avresti mai voluto cambiare, come il traferimento nel Lussemburgo, dopo lo scoppio della guerra in Bosnia.
I PRIMI PASSI – E proprio lì, Miralem inizia a muovere i suoi primi passi verso quello che diventarà il filo conduttore della sua esistenza: il calcio. La sua carriera parte dal FC Schifflange, club di prima divisone lussemburghese. L’esplosione non tarda ad arrivare, nonostante gli ostacoli e gli infortuni. Il suo allenatore riconosce fin da subito il suo talento e decide di metterlo in prima squadra già da giovanissimo. Poi la svolta, col Metz, club in cui Pjanić arriva nel 2004. Dopo alcune stagioni passate nelle giovanili, nel 2007 debutta contro il PSG. La gara termina 0-0, ma Miralem riesce a mettersi in mostra. E sarà solo la prima delle 38 presenze stagionali condite da 4 reti.
IL LIONE – Il 1° agosto del 2008 Miralem diventa ufficialmente un giocatore del Lione. E questi, probabilmente, sono gli anni che lo hanno reso il giocatore di talento che è oggi. E arriva subito il debutto col la nuova maglia, così come quello in Champions, nella gara contro il Barcellona terminata 1-1. Ed è a Lione che Mire inizia a specializzarsi nel tirare le punizioni, grazie soprattutto ai consigli del suo compagno di squadra Juninho Pernambucano. E quello era solo l’inizio, col passare deglia anni e delle stagioni, le sue punizioni diventaranno il suo marchio di fabbrica. Il 2010 è l’anno del suo exploit: una stagione giocata a livelli altissimi e questo gli permette di avere addosso gli occhi dei top club europei. Nel 2011, Pjanić saluta il Lione dopo 121 presenze e 16 gol realizzati.
LA ROMA – Dal Lione alla Roma, senza sosta. Miralem inizia la sua nuova avventura in uno di quei club che più lo voleva. E con la maglia giallorossa, il centrocampista trascorrerà quattro stagioni, di alti e bassi. Dal rapporto burrascoso con Zeman alle doppiette realizzate contro Napoli e Inter. E quelle punizioni da incanto, che gli conferiscono i soprannomi di Pianista, Giotto, Piccolo Principe. Perchè dai suoi piedi partivano delle geometrie così precise da lasciare spiazzati tutti, i portieri, i compagni i tifosi. E l’ultima stagione in giallorosso consegna a Miralem il record personale di marcature: 11. Ma era addio, perché Pjanić aveva già in mente quale sarebbe stata la sua prossima destinazione.
LA SFIDA DELLE SFIDE – Finale di stagione, il mercato alle porte e quelle voci sempre più insistenti. Gli occhi della Juve sul giovane centrocampista e quella clausola che pesa. Ma Marotta ha le idee chiare: vuole Miralem a tutti i costi e non ci sono clausole che tengano. Il 13 giugno 2016 Pjanić diventa ufficialemte un giocatore della Juventus e inizia la sua nuova, entusiasmante avventura. La sfida delle sfide, quella che aspetti da una vita e che devi prendere al volo. E poi la maglia numero cinque, in onore di Zidane, uno che alla Juventus ha lasciato il segno. E sarà da auspicio, perché la speranza è quella di incidere, di fare la differenza. E le premesse ci sono tutte: qualità, talento indiscutibile e quelle punizioni che lasciano a bocca aperta. Miralem e la Juventus, l’inizio di una storia tutta da vivere.