Straordinario. Insuperabile. Sontuoso. Trovate voi un aggettivo per descrivere Leonardo Bonucci visto lunedì sera al Parc di Lione. Chi era lì per vedere Romelu Lukaku non lo ha visto. Perché c’era Bonucci e lo ha azzerato. E non solo a lui. E per capire fino in fondo la forza del nostro centrale difensivo che è una delle anime di questa Nazionale, bisogna andare a rivedere la sicurezza che ha accompagnato ogni intervento: nella scelta di tempo, nella soluzione successiva, nell’ impostazione, perché il lancio a Giaccherini è un capolavoro retaggio del primo ruolo, quello di centrocampista.
Come si legge dalle pagine del Corriere dello Sport, quello che ogni tanto è costato a Bonucci un piccolo errore, una svista dettata dalla presunzione che può darti quel saper giocare la palla tra i piedi e dettare il passaggio quando giochi in difesa. La sicumera è diventata sicurezza: oggi Bonucci è insuperabile. La domanda dopo una prova così, celebrata in tutta Europa, è facile e prescinde dalla non volontà della Juve di cedere Bonucci. Ma quanto vale oggi il numero diciannove della Nazionale italiana. Se due anni fa David Luiz è costato al Psg 49 milioni e mezzo di euro, parente stretto di 50, a questo Bonucci, in questo mercato senza limiti, si può serenamente mettere (con tutto il rispetto) il cartello “60 milioni” sul collo. E poi sedersi a contare gli acquirenti. Non è quello che vuole fare la Juve, ma di difensori c’è una voglia matta. E uno così può serenamente scatenarla.
QUANTO È DURA LA SALITA – Quello di Lione è un Bonucci che completa magistralmente un percorso in salita e in ascesa. In salita perché nulla gli è stato consegnato per destino. In ascesa perché è andato sempre meglio. Partito da Pianoscarano, Viterbo, Bonucci ha sognato da ragazzo con l’Inter ma poi ha anche sentito la frustrazione dell’abbandono di un club che dopo avergli fatto fare tappa a Treviso e Pisa, fece scelte diverse e volle capitalizzare mettendolo nell’affare Diego Milito e Thiago Motta in nerazzurro. Leonardo si è tirato su le maniche, dal Genoa al Bari è stato un attimo, ha ritrovato il Ventura lasciato a Pisa: Ventura già, il ct che verrà. Ha costruito con Ranocchia una delle coppie più giovani di centrali della serie A: giovani e di grande prospettiva. Ma quello forte, dei due, per molti era Ranocchia. La storia ha capovolto anche questo tipo di convinzione diffusa. Da Bari Bonucci ha trovato la Juve. E Conte, il ct. Il prossimo allenatore del Chelsea. E già, forse la citazione non viene a caso. Perché di Bonucci e Conte di nuovo insieme si era parlato (come illazione di mercato) subito quando venne ufficializzato l’incarico del ct a fine mandato con il club di Abramovich. Ma di mezzo, lo ripetiamo, c’è la Juve. E siccome tanto servono i difensori quanto è difficile trovarne, chi ha Bonucci se lo tiene stretto.