Il terzino bianconero Patrice Evra, attualmente impegnato in Francia con la nazionale transalpina, ha rilasciato un’intervista a Le Parisien in cui ha parlato a 360° della sua carriera e delle aspirazioni dei prossimi anni. Riportiamo di seguito le parole del giocatore bianconero.
L’IMPORTANZA DEL GRUPPO – “Io sono un giocatore di esperienza, – ha esordito l’ex Manchester United – vengo da una grande famiglia, sono l’ultimo dei figli ma sono da sempre abituato a stare al mio posto, ma mi è sempre piaciuto proteggere il gruppo, anche nel calcio, cerco di proteggere la squadra, lo farò fino alla fine della mia carriera. Ho sempre protetto il gruppo anche nella situazione tra Benzema e Valbuena, a me interessa vincere, chiaramente io difendo il gruppo”.
VOGLIO VINCERE – E ancora: “Questo gruppo ha bisogno di avere più consigli rispetto al passato, ha meno personalità, bisogna aiutarli, la forza sta nel gruppo. Qualcuno inacidito magari vuole mettere il bastone tra le ruote ai più giovani, ma io ho vinto troppo per essere inacidito e voglio vincere ancora. Voglio vincere Euro 2016, non bisogna mettergli pressione, bisogna fare attenzione quando si è giovani, non bisogna infiammare i media. Bisogna essere fieri di essere francesi, io lo sono, fiero di indossare questa maglia, ci vuole uno slancio patriottico nel firmare gli autografi e nell’incontrare il pubblico. Chi mi conosce sa che non manco di riconoscenza, ho ancora voglia di vincere qualcosa, ho voglia di vincere con la mia nazionale e spero che mi si ringrazi se riusciremo ad ottenere la vittoria. I giovani vogliono farmi vincere l’Euro“.
CHI SEI? – Alla domanda “Come ti definiresti?” il francese è stato diretto e ha replicato: “Sono una persona corretta, io sono leale, dico sempre quello che penso”.
Evra ha poi sottolineato come l’aver iniziato a meditare, dal 2014, lo abbia aiutato a maturare ulteriormente e gli abbia permesso di raggiungere una maggiore consapevolezza: “Ho iniziato a fare meditazione dal 2014, mi ha aiutato, vedo le cose diversamente, vivo nel presente, non voglio vivere senza rimpianti”.
OBIETTIVI – “Io ho sempre voluto essere il miglior giocatore possibile o meglio provarci, io ho sempre cercato di lavorare molto, importante la testa, la convinzione, il carattere. L’importante è lasciare traccia, io ho anche due orfanotrofi in Senegal con più di trecento bambini, quelli sono i miei veri trofei”.
ADDIO ALLA NAZIONALE? – Evra chiude scherzando, forse stuzzicato dalla domanda del corrispondente che gli chiede fin dove vuole arrivare: “Vedremo, vivo nel presente, non posso dirlo ora, vedremo… Del resto i miei idoli sono Maldini, Giggs e Zanetti, quindi… sono ancora giovane”.
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