Simone Zaza la mette così. Per il centravanti, infatti, il segreto sta nell’essere “una macchina da guerra perché poi le qualità ce l’abbiamo anche noi”.
Secondo la punta bianconera, intervistata dal TG1, “i giocatori che con un colpo possono farti vincere la partita ci sono, perciò dobbiamo essere degli animali, avere dei paraocchi e guardare avanti. Che l’Italia non abbia i talenti di una volta penso sia visibile agli occhi di tutti, è una verità”.
Dov’è la differenza? Ce la spiega Zaza: “Prima c’erano dei giocatori, basti pensare al reparto offensivo, con qualità, anche diversi da noi ma magari campioni già affermati che ti facevano già la differenza. Noi invece dobbiamo ancora sbocciare e non si possono fare assolutamente paragoni. Penso anche che siamo stati un po’ sfortunati perché e’ vero che si pensa al presente ma ci sono stati degli infortuni importanti durante questo anno e fra l’altro erano quelli con più qualità, per esempio Marco Verratti o Claudio Marchisio“.
Assenze pesanti, certo. Che però non dovranno essere rimpianti. Magari con l’aiuto dei suoi gol: “Cerco di far tutto per farmi trovare pronto – sottolinea l’attaccante – Sono partito con l’Italia da titolare, poi ho fatto un passo indietro ed adesso cerco di essere pronto per qualsiasi possibilità. Ho giocato con Pellé, credo che non ci siano preclusioni da questo punto di vista, anche perché pur se siamo entrambi prime punte siamo differenti. Ma forse la cosa positiva del reparto offensivo dell’Italia e’ che siamo tutti compatibili, perché secondo me tutti possiamo giocare con tutti. Questo potrebbe essere un’arma in favore per noi”.
Di sicuro, non era scontata una sua presenza. Nonostante la stagione positiva, il suo nome faticava a rimbalzare tra i giocatori certi di un posto verso la Francia: “Ci sono tante cose che mi hanno fatto crescere quest’anno. – puntualizza – Come ho sempre detto dovrò crescere ancora tanto. Però credo che Conte, dall’inizio, quando nessuno, soprattutto io, mi aspettavo la prima convocazione, mi ha dato un’iniezione di fiducia incredibile e da lì ho capito, anche dopo quel primo raduno quando tutto era perfetto, che se non ci sei con la testa e se non sei abituato, puoi davvero rendere poco. E così è stato dopo quella convocazione dove avevo passato un periodo negativo. Perciò dal punto di vista tattico, mi ha insegnato molto, e mi sta insegnando ancora molto. Anche dal punto di vista caratteriale, cioè sul fatto di non accontentarsi mai, ed è la verità , sto imparando tanto. Sento di ringraziarlo Conte e soprattutto perché mi ha dimostrato fiducia anche quando quest’anno soprattutto dove ho giocato veramente poco, mi ha comunque sempre chiamato”.
Infine, una nota tipicamente “zazziana”. “Io sono sincero – conclude Simone – pensavo davvero di essere in dubbio per tanto tempo per questo Europeo ed invece mi ha sempre dato fiducia, perciò spero di ripagarlo”.