Riprende la corsa, da dove era finita lo scorso anno: Genova, sponda rossoblù. La Juventus vince e porta a casa tre punti importantissimi, specialmente per il morale. Manchester ha acceso una nuova fiamma, ora l’obiettivo è alimentarla partita dopo partita. La strada sembra tracciata, il 4-3-3 dà imprevedibilità e larghezza ad una squadra che vede in Cuadrado, in formissima, l’uomo-chiave.
Il colombiano, infatti, con i suoi strappi crea quella superiorità numerica che a volte era mancata nella scorsa stagione. Cuadrado ha messo in difficoltà la retroguardia genoana, come dimostra il doppio giallo ad Izzo, attratto spesso verso l’esterno e costretto a fermare l’ex viola in maniera fallosa. Burdisso, in questo modo, si è trovato spesso uno contro uno con Mandzukic: Gasperini corre ai ripari mettendo Laxlat sul numero 16 e il più veloce Cissokho nel terzetto difensivo.
Il Genoa, dopo un avvio scoppiettante, non riesce a incidere granché. Colpa dell’assenza di un vero terminale offensivo, capace di concretizzare la grande mole di lavoro dei vari Perotti, Capel e Ntcham. Ai bianconeri, invece, manca forse un po’ di geometria: Pogba non è un regista, così come Lemina e Sturaro, che mettono sì tanta grinta in campo, ma non riescono a innescare a dovere i due esterni. A proposito, ottima prova di Pereyra, che sostituisce l’infortunato Morata: l’argentino propizia la prima rete con l’assist a Pogba e crea costantemente affanni ai padroni di casa.
È dunque il 4-3-3 l’abito adatto alla nuova Juve? Forse sì, senza dubbio in questo contesto tattico un uomo come Cuadrado riesce a dare il meglio e anche Pereyra, nato esterno nel River Plate, può dare grosse soddisfazioni. Inoltre, Mandzukic non può che trarre giovamento dal lavoro dei due esterni ai suoi lati. In assenza dei colpi di Pirlo e Tevez, puntare sulla velocità può essere la carta giusta, specialmente in Europa. La Signora riparte, da dove si era fermata, per puntare sempre più in alto.