Abbiamo anticipato sui social networks qualche giorno fa questa analisi, ed eccola dunque: questa nostra personalissima convinzione che la Juve sia più forte. Di tutto, e di tutti.
Rispetto agli altri: il dominio della Signora in Italia ormai non è più un segreto. Si è ironizzato molto in questi giorni sul fatto che per provare a tenere il campionato aperto la Juve ha dovuto iniziare il proprio alla decima giornata. Fin lì raccolti la miseria di 12 punti frutto di 3 vittorie, 3 pareggi e ben 4 sconfitte (Udinese, Roma, Napoli e Sassuolo). Poi la svolta, la strigliata di Buffon ed Evra, il patto di ferro nello spogliatoio, il gol di Cuadrado nel derby allo stesso minuto di recupero del gol vittoria di Pirlo dell’anno scorso. Da lì quella che è stata definita come “remuntada”, “cavalcata trionfale”, “rincorsa incredibile” e tutto quello che avete letto e sentito in questi giorni. Siamo così più forti degli altri che si sono stufati persino (e finalmente aggiungeremmo) di attaccarsi agli arbitri. Ormai da ogni parte si sente e si legge che la Juve in Italia non ha rivali e che se si va avanti così vinceremo per altri 5 anni. Scongiuri del caso a parte, a guardarsi intorno sembriamo davvero l’unica squadra, o società se preferite, che abbia una programmazione sensata in mente. Gli altri ancora brancolano nel buio: dal mercato al risparmio, agli stadi di proprietà prima annunciati e poi saltati, a panchine che non hanno un proprietario stabile. Il dominio juventino è sembrato totale nel momento in cui si è deciso che si voleva andare a vincere anche questo quinto scudetto consecutivo, facendo il doppio dei punti o quasi degli avversari diretti nelle stesse partite. Arrivano applausi a denti stretti anche dal mondo napoletano, così come da quello romanista e milanese in generale, o se non proprio applausi almeno il riconoscimento della superiorità della Juve. Ma secondo noi c’è di più.
Rispetto a noi stessi: il di più ve lo spieghiamo qui. La nostra convinzione è che la Juve sia più forte anche di se stessa, o meglio della se stessa dell’anno scorso. E’ una tesi che avvalliamo da tempi non sospetti, anche da quei primi maledetti turni di campionato dove niente girava come doveva. Quando non si facevano punti, quando c’era spaesamento, quando sembravamo brancolare noi nel buio. La determinazione di Allegri ci ha sempre convinto, la sua convinzione che i ragazzi dovessero solo crescere e che si dovessero recuperare un paio di giocatori per far ripartire i meccanismi. Erano partiti i tre tenori Pirlo, Vidal, Tevez più Llorente, e si aspettavano tutti un anno di transizione. Eppure, nonostante le prestazioni orrende che tutti imputavano alle partenze eccellenti, ripetevamo in continuazione “eppure questa Juve è più forte di quella dell’anno scorso“. Perché? Perché Tevez voleva partire, non aveva alcun senso tenerlo, così come Nando che era tranquillamente sacrificabile; perché Pirlo, per quanto fosse difficile da ammettere, stava lentamente spegnendosi, per età e forse anche motivazioni, e lo si è visto nella seconda metà del campionato dove le prestazioni iniziavano a non essere più all’altezza; perché Vidal ne aveva combinate di ogni, almeno da quello che si è sentito dire tra gossip e informazione giornalistica, e cominciava a mugugnare di voler partire. La società è stata così brava da sostituire tutti con giocatori altrettanto decisivi, se non forse ancora di più considerando il loro effetto sulla svolta. Pirlo ha avuto in Marchisio il suo erede naturale, che pur segnando inevitabilmente meno per la posizione arretrata ha dato ordine e geometrie preziose dopo l’infortunio iniziale. Mandzukic ha fatto quanto se non più di Llorente, diventando decisivo in tantissime partite con il gol sblocca-risultato se non proprio gol vittoria. Dybala in prospettiva per età e talento vero, dimostrato sul campo, può andare anche oltre i livelli di Tevez col suo genio e il suo sinistro fatato. E poi Khedira, per quanto diversissimo da Vidal, ne ha preso il posto in mezzo al campo con eleganza, precisione, ordine, giocate di classe e apporto gol.
Potremmo parlarne per ore, non ci farete cambiare idea. Questa Juve, essendosi anche svecchiata di parecchi anni, è più forte. Degli altri, e di se stessa, di tutto e di tutti.