Il più difficile, il più voluto, sicuramente il meno banale. Il quinto scudetto consecutivo bianconero è un insieme di queste cose, fatte di volontà, forza e coraggio da parte di tutti. Perché per molti il quinto titolo consecutivo potrebbe rappresentare l’apice, la vetta più alta di un cammino sicuramente straordinario. Non per la Juventus, che ha saputo continuare a vincere nonostante i tanti cambi operati la scorsa estate e dopo addii importanti.
NUOVE CERTEZZE, RISULTATI UGUALI – Le colonne che sono state erette nei quattro anni scorsi sono state edificate anche sui muscoli di Vidal, sulla garra di Tevez e sulle geometrie di Pirlo, artefici e interpreti sopraffini quanto fondamentali di vittorie che saranno ricordate anche tra moltissimi anni. Tre elementi però che per motivi diversi e che non serve ricordare, han deciso di percorrere strade diverse. Forse era ipotizzabile qualche intoppo iniziale data la rivoluzione della rosa: i giovani han dovuto capire cosa significasse vestire la maglia della Juventus, del peso specifico che comporta. E quando si è ingranato (post-Sassuolo), l’inesorabile rimonta fatta di agonismo, fame e volontà è stata realtà. I gol di Dybala, il lavoro sporco di Mandzukic, la sapienza di Khedira, l’atletismo di Alex Sandro, la determinazione di Lemina, la spensieratezza di Rugani unite all’incredibile forza mentale di questo gruppo hanno portato 73 punti su 75 disponibili nelle ultime 25 giornate, gli stessi punti che ora ha il Napoli in classifica dopo 35 giornate. Roba dell’altro mondo.
MAI BANALI – La banalità non entra di certo del mondo bianconero, non ne fa parte. I record rimangono insindacabili, si attaccano alla storia rimanendo lì in attesa di essere abbattuti con forza. Ne sono stati infranti parecchi in questi ultimi anni, dal record di 102 punti del 2013-2014, all’intero campionato da imbattuti del 2011-2012 insieme ai soli 20 gol incassati nello stesso anno. Ora si può puntare al record di vittorie nel girone di ritorno con 17 su 18 e a migliorare lo score dei gol incassati, ora a 18. Statistiche e numeri quasi assurdi che non raccontano però appieno la caparbietà e il netto distacco con le altre “grandi” della Serie A. La fenomenale cultura del lavoro applicata ogni giorno sul campo di allenamento ha fatto la differenza ancora una volta.
FAME INCROLLABILE – Il grande merito della società, di Allegri, dello staff tecnico e di tutti i ragazzi è stato di saper continuare a vincere lungo la strada tracciate nelle passate stagioni pur avendo iniziato sostanzialmente un nuovo ciclo, un nuovo inizio con tanti nuovi interpreti nei vari ruoli. Senza soste, senza pause, se non le difficoltà di inizio stagione. Il quinto scudetto vinto in questo modo, con questa gestione e con questa programmazione è sinonimo di potenza societaria e trionfo di quello spirito Juve che trascende giocatori, allenatori e quant’altro. Un nuovo inizio dunque, sulle orme di vittorie che proseguono da mezzo decennio, con evoluzioni ed obiettivi sempre maggiori da agguantare con quella fame incrollabile che segna i colori bianconeri.
Oscar Toson