Il quinto scudetto: né un record né un traguardo, solo un nuovo inizio

Eccoci, ancora un po’ e siamo arrivati. Dove? Alla fine di una stagione quasi straordinaria. “Quasi” perché non basta l’incredibile rimonta e la conquista del primo posto a più 9 dalla seconda per renderla tale, dato che la Signora, quest’anno più dell’anno scorso, ha dimostrato di poter puntare molto, molto più in alto.

SOLO IL CIELO E’ IL LIMITE – Già, perché dopo l’incredibile rimonta che l’ha portata da -11 a -2 punti in nove giornate, fino al primo posto con 9 punti di vantaggio, la Juventus ha l’obbligo di andare oltre. E per oltre s’intende oltre il vicinissimo quinto scudetto di fila, oltre i record da infrangere, oltre le imprese sfiorate contro le corazzate europee: deve puntare al sogno che manca da tanto, tantissimo tempo. Un sogno chiamato Champions League che forse mai come quest’anno ha dimostrato di poter realizzare. E’ vero, la finale l’ha giocata quello scorso contro gli alieni spagnoli, ma quest’anno la Juve ha dimostrato di aver raggiunto un nuovo livello, una nuova mentalità e consapevolezza dei propri mezzi: insomma, la Juve si è fatta grande, forte. Europea. Ha messo in difficoltà una squadra stellare come il Bayern lanciando un messaggio limpido: siamo qui, siamo forti e abbiamo fame.

LE FONDAMENTA – Oltre questi importantissimi nuovi mezzi a disposizione, i bianconeri dovranno però puntare tutto sulle basi che sono state costruite in questi anni di grandi vittorie. A partire dalla sicurezza inossidabile del contiano 3-5-2, fino alla libertà geniale affidata all’estro dei suoi campioni nata dal modus operandi di Allegri. Dalla stabilità e sicurezza di un modulo che ha forgiato prestazioni sontuose, fino alla versatilità di nuovi, più congeniali, moduli a prova d’Europa. Una grande squadra deve possedere un attributo imprescindibile: l’imprevedibilità. Allegri è deciso a puntare anche su moduli quali 4-3-3 e 4-3-1-2, evitando fossilizzazioni che potrebbero rendere la sua orchestra prevedibile e ripetitiva. Ecco che dunque il diktat dell’allenatore è ben chiaro: si parte dai propri uomini chiave, che devono assolutamente restare, per aggiungere linfa nuova. Nuova e di grande qualità. E’ normale quindi che le uniche imposizioni per continuare un simile, spettacolare percorso, siano di natura tattica.

allegri-bayern

Pogba, Dybala, Morata, Bonucci, Marchisio e i tanti altri… Squadra che vince, non si cambia, e per vincere ancora di più c’è la necessità dei propri, incedibili, uomini chiave. Perché l’anno prossimo un sesto scudetto consecutivo potrebbe davvero non bastare per questa Signora: con la giusta imprevedibilità tattica, gli uomini fondamentali e la fame d’Europa che si sta, fin da ora coltivando, solo il cielo potrà essere un limite.

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