Era proprio ciò di cui avevamo bisogno. Dopo due passi falsi e mezzo (anzi tre interi, visto che la Juve pluridecorata non può per nulla essere soddisfatta di un pareggio casalingo contro il Chievo), una bella iniezione di fiducia arriva dalla vittoria in Champions contro il Manchester City.
IL PARADOSSO – La squadra inglese proseguiva, almeno fino a ieri, ad un ritmo esaltante e infrenabile: 5 vittorie su 5 giornate di Premier e nessun gol al passivo, prima che Mandzukic e Morata violassero i pali difesi da Hart. L’avversario era di livello, dunque, e deve far riflettere su come i bianconeri siano stati capaci di difendere il proprio onore alla grandissima in campo europeo contro una delle squadre più forti del pianeta (non potrebbe essere definito in modo diverso un club che ha speso 200 milioni nel mercato estivo, ricavando spiccioli) e magari di entrare in crisi alla prima difficoltà contro le meno blasonate, seppur organizzate, Udinese e Chievo. La teoria che questo “periodo no” della Juve fosse dipeso da un problema più psicologico che tattico o tecnico, trova maggiori conferme nel primo match continentale contro i Pellegrini Boys. L’augurio è che i tre punti in Champions possano sbloccare ogni inibizione della squadra di Allegri, costretta a dimostrare, già nel weekend, la non casualità degli eventi d’oltremanica.
EPPUR SI MUOVE – Fa ben sperare il nuovo corso della Juventus. Esaminando ciò che è avvenuto in queste ultime settimane, è possibile notare che non è stato tutto da buttare. Al contrario, si temeva un flop impressionante del nuovo reparto offensivo bianconero, ed invece 6 gol in 5 partite tutti realizzati dagli attaccanti: 3 Dybala, 2 Mandzukic, 1 Morata. Ai tre moschettieri non manca certo la tanto richiesta cattiveria che padroneggiava lo spirito di Tevez. Il croato ex Atletico ha grinta da vendere, lo spagnolo non ha paura di segnare nelle partite che contano (si vedano finale, semifinale e ottavi della Champions scorsa, e gol decisivo col City) e l’argentino, nel momento di difficoltà, con zero punti all’attivo, si è caricato sulle spalle il peso di un calcio di rigore che ha ridato un minimo di fiato all’ambiente torinese e utile almeno a sbloccare un’impietosa classifica.
TUTTI INSIEME APPASSIONATAMENTE – La difesa ha retto benissimo. A parte qualche pallone perso a centrocampo che ha permesso le ripartenze dei britannici, la sistemazione dei condottieri bianconeri è stata ottima e si è concesso praticamente nulla. La speranza, anzi, la certezza è che i gol subiti contro Roma e Udinese siano solo delle casuali licenze poetiche estive individuali rispettivamente di Chiellini e Lichtsteiner. Il gol del City, assolutamente da annullare non lo consideriamo proprio così come non teniamo conto nella valutazione tattica del reparto arretrato neanche della rete dei clivensi, semplice frutto della legge ”è un periodo in cui ogni tiro che fanno, il pallone va dentro”. L’unico problema, in fondo, è la ricerca di un modulo adeguato che permetta di far convivere tutti i giocatori di qualità a disposizione di Allegri. Cuadrado è un’ala, Hernanes è un trequartista, Marchisio è semplicemente imprescindibile e Khedira, se lo hai integro, è davvero un sacrilegio lasciarlo fuori.
I primi indizi sono arrivati dall’Etihad Stadium. Certo che possono convivere tutti e, viste le assenze di lusso, si può soltanto migliorare. Avanti così! Con questo spirito potremmo dar termine al “ciclo vincente” di Roma e Inter che dura da ben 15 giorni.