Le voci della Nord – Nel segno di Marchisio e Padoin

Domenica pomeriggio, ore 15.00, giornata primaverile piuttosto calda a dispetto delle previsioni temporalesche. L’Inter, o il Napoli, come preferite, ci hanno servito un match ball da non fallire. Lo scontro di san Siro di sabato è terminato 2-0 per i nerazzurri lasciandoci la possibilità di piazzare la zampata definitiva sullo scudetto di fila numero 5. L’atmosfera allo stadio è elettrica, sono quelle partite da non fallire soprattutto avendo davanti un Palermo allo sbando, che ha cambiato una miriade di allenatori e ha appena richiamato Ballardini dopo il caos di qualche mese fa.

L’approccio: la paura in queste situazioni è sempre la stessa, sottovalutare l’avversario che è sì in fondo alla classifica ma proprio per questo motivo assetato di punti salvezza. Ancora out Chiellini continua la striscia di partite da titolare per Rugani, Khedira rientra dopo la squalifica e davanti Dybala si riprende il suo posto dopo l’infortunio che gli ha fatto saltare tra le altre, ahinoi, la trasferta di Monaco. Il Palermo risponde a sorpresa senza vere punte di ruolo, con Gilardino in panchina. La Juve attacca sotto la Nord e in dieci minuti la sblocca: Pogba resiste a una carica a centrocampo che sarebbe stata da fallo, attraversando il centrocampo con un giocatore letteralmente attaccato ai pantaloncini; l’azione viene lasciata correre per il vantaggio, Paul inventa una parabola a scavalcare la difesa e servire l’inserimento perfetto di Khedira che con un’eleganza rara stoppa di petto e infila il fischiatissimo Sorrentino con un mezzo pallonetto di collo. Un gol splendido, da stropicciarsi gli occhi. E come spesso avviene in questi momenti, sembra tutto facile. Ma facile non è perché il Palermo si presenta ben due volte davanti a Buffon, dove solo un salvataggio quasi sulla linea di Barzagli e una deviazione di Bonucci in un secondo momento evitano il pari ai rosanero. Poi il patatrack. Uno scontro all’altezza dell’area sotto la Sud, un po’ lontani da noi. Rimane giù uno dei nostri, si pensa subito a Khedira dati i precedenti, ma è a centrocampo. Poi a Barzagli vista la posizione, ma Andrea c’è. E’ Marchisio, che si sbraccia e chiede il cambio. Scopriremo poi che sarà un brutto, bruttissimo infortunio, stagione finita e niente Europeo per lui. Entra Lemina, che sa fare ben più che il compitino, e la squadra continua a macinare. In bocca al lupo Principino per una prontissima guarigione. Abbiamo un motivo in più, se ce ne fosse stato bisogno, per vincere questo Scudetto

Il tripudio: l’intervallo scorre veloce, pochi pensieri, un po’ di euforia per questo +9 che inizia a profilarsi, e si ricomincia con la voglia di chiuderla. Ne arriveranno addirittura altri 3, uno più bello ed esaltante dell’altro: prima Pogba di rapina su calcio d’angolo. Poi Cuadrado che fa una cosa semplicemente ai limiti della fantascienza: mezzo colpo sotto, una specie di sombrero, a saltare il povero Lazaar, già uccellato poco prima da Pogba, finta di scarico sulla destra e tiro incrociato potente su cui Sorrentino non può fare nulla. La parte iniziale dell’azione, come si smarca e libera al tiro, è da vedere e rivedere e rivedere ancora, quasi da cartone animato quale lui stesso sembra. E poi il quarto gol, che per molti di noi allo stadio è IL gol. Contropiede portato avanti da Morata entrato al pokhedirasto di Dybala, Padoin, subentrato a sua volta, gli scatta di fianco in verticale, Alvaro lo serve alla perfezione, tocco incrociato di Simone e palla nell’angolino destro. GOOOOOOOOOOOLLLLLLL e lo stadio vien giù che nemmeno fosse la finale di Champions. Ed è un coro soltanto: ”Checcefrega de Ronaldo noi c’avemo Padoin, PADOIIIINNN!!!” strepitoso, esaltante, godurioso, se non c’eravate non potete capire. La speranza è di riuscire a trasmettervi almeno un pochino di quella gioia. La nostra e quella di tutti i giocatori che hanno fatto capannello intorno a Simone per abbracciarlo e congratularsi con lui.

Non è finita finchè non è finita, e noi juventini lo sappiamo bene, ma la zampata doveva essere piazzata, e lo è stata. +9 sul Napoli, 22 vittorie su 23 partite, 67 punti su 69 conquistati. A settembre eravamo alle porte dell’inferno, adesso siamo alle pendici del paradiso. Quando esce un campione come Marchisio e la squadra non patisce, e quando entra il gregario per eccellenza e fa gol così, capisci cosa voglia dire quando dicono che si sentono una famiglia. Grazie ragazzi.

Dario Ghiringhelli (@Dario_Ghiro)

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