Storia di rimonte subite e malumori: la Juventus non riesce a non crollare

La Juventus, anche quest’oggi contro il Napoli non ha saputo evitare la rimonta: stavolta però non c’è stato il ‘salvataggio’ del pareggio.

Diciassette sono stati i punti persi fin qui dalla Juventus in una situazione di vantaggio. La squadra parte forte, mette sotto le avversarie ma poi il più delle volte, inevitabilmente, crolla. Anche contro il Napoli si sono di fatto viste due squadre: una nel primo tempo e una nella ripresa.

Antonio Conte è probabilmente stato più bravo di Thiago Motta all’intervallo nel motivare i suoi e il tecnico bianconero non se l’è sentita di rischiare facendo qualche cambio più audace. Tante sono state le critiche arrivate per aver deciso di tenere in campo Koopmeiners fino alla fine del match. O per non aver inserito Vlahovic con Kolo Muani invece che al posto del francese.

Testa bassa e lavorare: sull’atteggiamento e sulla tenuta fisica: la Juve non può permettersi altri passi falsi

Thiago Motta, i giocatori, lo stesso Cristiano Giuntoli: tutti, nell’ambiente bianconero, sono finiti sotto accusa. E tutti sono chiamati a compiere un switch mentale che adesso è diventato inevitabile. Uno switch che adesso non si può più rimandare. A crollare, contro il Napoli, è stata la squadra sì, ma è stato anche l’intero universo bianconero.

Thiago Motta
Testa bassa e lavorare: sull’atteggiamento e sulla tenuta fisica: la Juve non può permettersi altri passi falsi (Lapresse) Spazioj.it

A Napoli è caduta anche la scusa dell’imbattibilità: stavolta non siamo qui a parlare di un pareggio, ma di una sconfitta che prima o poi, continuando così, sarebbe dovuta inevitabilmente arrivare. In 45 minuti della ripresa c’è stato il nulla: zero tiri in porta, zero calci d’angolo, zero occasioni da gol.

Il Napoli è primo con merito, il Napoli ha avuto più tempo per prepararla: l’ha detto Motta ed è vero ma alla Vecchia Signora questi ragionamenti valgono fino a un certo punto.

Alla Juve l’ambiente e la storia ti chiedono di vincere, di lottare e di non andare in black-out. La rosa è giovane, serve ancora tanto lavoro, questo è vero, ma le aspettative non possono non essere altissime. Perciò in questi casi la delusione non si può quantificare. Serve fare di più, molto di più.

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