Dopo la prestazione contro il Bologna, Mattia Perin parla della sua carriera alla Juventus e svela un incredibile retroscena.
Si dal suo arrivo a Torino, Thiago Motta ha fatto capire ai suoi giocatori che alla Juventus chiunque deve guadagnarsi un posto da titolare a suon di prestazioni in campo. Con la penuria di forze a disposizione (causa infortuni) e il numero di competizioni in crescita, sempre più ragazzi hanno trovato spazio dal 1′ minuto di gioco.
Sono state così cambiate anche le regole della porta. Continua l’alternanza fra Michele Di Gregorio, giunto quest’estate dal Monza, e Mattia Perin, ormai fra le poche bandiere più longeve della formazione bianconera. Sono 14 le presenze per il numero 29 bianconero – 10 in Serie A e 4 in Champions League. Mentre ammontano a 7 le partite disputate sino ad ora dal numero 1 Perin, ultima quella col Bologna di sabato scorso.
Un’alternanza che, soprattutto nelle ultime ore, ha fatto parecchio discutere i tifosi bianconeri. La tifoseria zebrata si divide fra chi riteneva giusto acquistare un nuovo portiere post Wojciech Szczesny. E chi, invece, avrebbe preferito dare a Perin quella fiducia e quella titolarità che ha dimostrato di meritarsi negli scorsi anni.
Sul tema si è trovato a parlare lo stesso estremo difensore ex Genoa. Che ha parlato anche di offerte, permanenza e futuro.
Perin-Juve: un amore oltre le offerte
Il portiere bianconero, ospite ai microfoni di Cronache di Spogliatoio, ha parlato di tanti aspetti centrali della sua carriera. Tra cui l’alternanza fra i pali con il compagno di reparto Di Gregorio ed il ruolo che ormai riveste da tempo nelle gerarchie della Vecchia Signora.
Come riportato da Tuttomercatoweb.com, le parole di Perin trasudano amore e orgoglio per i colori che indossa ormai dal 2018:
Tutto quello che ho costruito in questi anni è una figura affidabile all’interno del Club, ci ho messo tanto lavoro, impegno e professionalità. Ho sempre avuto richieste che mi lusingano, perché dimostra che sto facendo bene il mio lavoro e le persone che guardano mi gratificano, ma giocare per questa maglia e scendere in campo dà sempre una pressione particolare. Quella pressione lì mi dà un furore agonistico che mi permette tutte le mattine di alzarmi e venire qui al campo per continuare a migliorarmi giorno dopo giorno. Giocare nella Juventus, seppur giocando meno, mi ha dato l’opportunità di giocare delle nazionali, di vincere una Coppa Italia da protagonista. Magari in altri club, giocando più partite, non sarebbe potuto capitare.
Mattia si è definito un “co-titolare” nel nuovo scacchiere di Thiago Motta, che consente a tutti i suoi giocatori di sentirsi titolari e di ruotare in base alle necessità del gioco richiesto dal tecnico. Un modo per aumentare l’agonismo sano ed una ipercompetitività funzionale ad innalzare il livello di una squadra rinnovata che, fino ad ora, ha dimostrato di poter fare tanto.