C’è tanta amarezza nelle parole di Maurizio Sarri, dopo la sconfitta contro l’Udinese. Ma anche consapevolezza: “L’Udinese ha giocato forse la migliore della sua stagione. Noi, no: non abbiamo fatto viaggiare la palla come al solito”, ha detto ai microfoni di ‘Premium’. I sogni forse infranti, il nervosismo, l’espulsione sono figli di tutto questo: “Ho solo detto a Irrati che stava arbitrando malissimo… se non si può fare nemmeno questo”, ha commentato lui sconsolato.
Ma un motivo ci sarà, ci deve essere. Una prestazione sottotono, davvero troppo: “C’è successo in altre occasioni, a questo orario: le dodici e trenta sono un orario difficile, innaturale. Lo stiamo accusando”, ha spiegato Sarri. E, poi, c’è la sosta: “Impossibile gestirla meglio, perché abbiamo molti giocatori sudamericani che fanno un solo allenamento con noi, dopo essersi fatti decine di ore in aereo”.
“Sono tutte difficoltà enormi che noi stiamo pagando più di altre squadre: dobbiamo fare esperienza”. E il riferimento alla Juve è chiaro: “Da quando siamo secondi, abbiamo sempre giocato dopo di loro: quattro volte su sei è un vizio; sei su sei è qualcosa di più, che ti fa spendere più energie”.
“Basta piangersi addosso”, comanda però il tecnico partenopeo. È che i suoi hanno “l’obbligo morale di ripartire bene, per far sì che il finale di stagione sia all’altezza di tutto il resto”. Ecco, però, che torna la consapevolezza: “Se la Juve mantiene questo ritmo, è impossibile raggiungerla”. E fa male, pure perché lascia quell’amaro in bocca: “Stanno facendo qualcosa di incredibile, ma ci sarebbe piaciuto se ci avessero fatto perdere meno energie in situazioni extra-campo“.