La riforma della Champions League ha cambiato anche il montepremi totale della competizione. Le cifre sono da record.
Tra battaglie le battaglie dell’UEFA contro la Superlega è passata un po’ sottotraccia la riforma della Champions League. La massima competizione per club europei cambierà format, passando da 32 squadre a 36. Inoltre verrà rivoluzionato anche la modalità del torneo, grazie alla quale saranno garantite almeno otto partite, invece che le solite sei. Gli accoppiamenti saranno casuali, combinati dall’ordine delle quattro fasce del ranking. Dopodiché le migliori otto accederanno direttamente agli ottavi di finale, mentre le squadre dal nono al ventiquattresimo posto si affronteranno nei Play Off. Chi vince passa, chi perde va a casa: non ci saranno ripescaggi in Europa League.
Champions League, i cambiamenti
Inoltre c’è da segnale che il montepremi subirà diverse variazioni. In primo luogo si passa a 2,5 miliardi di euro da suddividere tra le 36 partecipanti: un aumento da 500 milioni, comodi per le casse dei club. Club che godranno dell’aumento di montepremi anche in Europa League (+100 milioni) ed in Conference League (+50 milioni). In particolare, come confermato da La Gazzetta dello Sport, gli organi UEFA approveranno ala riforma del montepremi in questi giorni. Infatti oggi si passa dall’Esecutivo UEFA, mentre domani dal Congresso. Aumento delle squadre, montepremi in aumento: mosse volte alla lotta contro la Superlega che l’UEFA spera possano riportare con sé tutti i maggiori club.
Scendendo nel dettaglio si può notare come siano cambiati i criteri di assegnazione dei primi per i club. Infatti le voci sono scese da quattro a tre: una per la qualificazione, una per i risultati ed una mista per ranking storico e pool market. In questo cambiamento c’è da notare come la voce principale sia passati esclusivamente ai risultati ottenuti sul campo, abbassando quella inerente al ranking storico.
Le nuove cifre
Dopo la riforma la qualificazione varrà circa 20 milioni di euro, cifra pesante per ogni club, soprattutto per quelli italiani. Tornando ai risultati sportivi, si nota come la cifra dedicata sia passata da 600 milioni a 950 milioni totali. Di conseguenza, in base al turno da disputare, una vittoria può valere da uno fino a dieci milioni di euro. Quindi resta da sviscerare l’ultima voce, quella che ha perso potere. Infatti la combinazione tra ranking storico e market pool varrà 850 milioni di euro, invece che i 900 passati. In particolare il meccanismo tiene conto di market pool nazionale, dei risultati degli ultimi 5 e 10 anni. Questi 850 milioni saranno divisi in 36 fasce: la prima da 47 milioni, l’ultima da 1,3.
In chiusura c’è da sottolineare che i vincitori della coppa avrebbero un premio enorme. Infatti, tra premio UEFA ed incassi del botteghino, si possono sfiorare tranquillamente i 200 milioni di euro. In particolare, se dovesse vincere una squadra con un buon ranking storico, il montepremi finale darebbe di 155 milioni di euro. Poi, alla fine della fiera, bisognerebbe aggiungerci le entrate dello stadio per le partite di cartello che hanno portato alla finale. Così la Coppa dalle Grandi Orecchie sta cercando di riconquistare consensi anche nel board di quei club che hanno, velatamente o meno, dichiarato guerra all’UEFA.