L’ex dirigente bianconero ha spaziato tra molte tematiche per un’intervista alla Gazzetta dello Sport, tra cui la Juve
Se per 9 anni la Juventus è riuscita a creare un ciclo nel campionato italiano e arrivare per un soffio sul tetto d’Europa, grande merito va dato a Beppe Marotta, amministratore delegato attualmente in forza all’Inter.
Il dirigente è stato intervistato da La Gazzetta dello Sport e tra i tanti topic trattati dal dirigente c’ anche la squadra bianconera, da lui vista come la favorita per la vittoria finale dello scudetto:
Ho vinto il mio primo scudetto a Torino con Antonio Conte senza impegni europei. L’esperienza mi dice che poter pianificare la stagione solo con campionato e la Coppa Italia è un vantaggio. Ecco perché dico che la Juventus è la favorita per lo scudetto
L’ad dell’Inter è un esperto quanto si tratta di rivoluzionare un gruppo: pensiamo proprio ai nerazzurri, che dall’arrivo del dirigente hanno portato a casa non solo diverse Coppe Italia e Supercoppe Italiane, ma anche uno Scudetto e due finali europee, una di Champions League e una di Europa League.
Allo stesso modo, Marotta aveva stravolto la rosa bianconera dopo due settimi posti consecutivi, portando il club bianconero a vincere 9 scudetti consecutivi con Antonio Conte prima e con Massimiliano Allegri poi. Il dirigente ha portato una formula vincente, ovvero puntare su parametri zero in grado di stravolgere la squadra come Pogba.
Per Marotta: “Non si può convivere con calcioscommesse”
Il dirigente plurititolato ha parlato anche del topic del momento, ovvero della nuova ondata di calcioscommesse venuta a galla dopo le rivelazioni di Fabrizio Corona, a cui sono seguite gli interventi della giustizia:
Sono molto dispiaciuto di quel che sta succedendo. Ma la classe dirigenziale, le società e le istituzioni fanno troppo poco per acculturare i nostri giovani, che sono i calciatori del domani. Non è ammissibile che ancora oggi si debba convivere con un fenomeno del genere
Infine, Marotta ha fatto anche un confronto tra lo scandalo dei giorni nostri e quello avvenuto negli anni ’80, con l’ad che non ha mostrato alcun dubbio su quale sia l’elemento a fare la differenza tra i due casi:
I social, che mettono i ragazzi più facilmente in contatto con realtà di ogni genere. Ma c’è anche un minimo comune denominatore: i giocatori hanno
tanto tempo libero a disposizione, tempo che impiegano male