Adani senza freni su Allegri: “Mai sentita un’analisi tattica!”

Questa sera, durante la diretta del programma di Bobo Vieri, su Twitch, Bobo tv, Adani ha espresso il suo pensiero sul periodo della Juve e sulla sconfitta contro il Monza.

Se in un anno e mezzo di tempo perso, di non progressi, di parole buttate al vento, risultati mai arrivati, tante bugie, poche scuse, poche ammissioni di lavoro fallimentare, poca fermezza di ammettere il fallimento totale, c’è un appiglio ogni tanto per sperare che calcisticamente venga invertita la rotta nel lavoro, nella preparazione, allora quello deve giustificare un nuovo inizio. Se vedo la partita con la Lazio, con l’Atalanta, e anche altre, io lo prendo come appiglio per ipotizzare una ripartenza. Ma se una settimana dopo arriva la partita con il Monza fatta in quel modo, per approccio, per scelta, per confusione nelle due fasi, di poca lucidità, di subire il gioco del Monza e veder totalmente fallito il progetto tecnico di quella partita, nel risultato contro una squadra che non ha un calciatore più forte di uno della Juve. Cosa dobbiamo pensare?”

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Adani e la critica ad Allegri

Oltre a commentare la Juventus come squadra, Adani non ci è andato molto leggero nemmeno con Allegri:

“Non è vero che è stato il più brutto primo tempo, con il Maccabi doveva finire 5-0 il primo tempo in Israele, anche il primo tempo con la fiorentina. In questi 18 mesi ha perso con il Verona, con l’Empoli, Genoa, Sassuolo, Monza, Benfica, Villarreal e Maccabi. Questa è l’analisi dei fatti, ed è molto più grande del “primo tempo”. La Juve ha delle statistiche in questo anno e mezzo che non giustificano nulla. Mai sentita un’analisi tattica, sento solo “non si può concedere troppi gol”. Se ne hai presi 0 in 8 e 10 in 3, allora quei concetti erano fasulli, smascherati in 10 giorni. Parlo del rispetto per le persone, non si può non rispettarle così, non trovano la loro squadra, la loro filosofia. Ormai è un anno è mezzo che la Juve non è grande, è sempre più piccola, per scelta, per strategia, per non assunzione di colpa. Non si può fare una cosa e raccontarne un’altra, significa prendere in giro le persone. Bisogna riconoscere il fallimento, e solo così c’è un momento per ripartire”.

Tatiana Digirolamo

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