Fare, di necessità, virtù. E ora provate a dire di non aver pensato all’istante ad Hernanes: per alcuni trequartista, per Allegri regista, per tutti meglio fuori che in campo. O almeno fino a martedì sera, quando dopo una vita in panchina si rialza e rileva Marchisio. Le battute, gli scherni, le risatine: tutto rimandato alla prossima occasione. Il brasiliano è in serata: lo s’intuisce al primo dribbling secco, all’ennesimo fallo subito.
NECESSITA’ – Ecco: una reazione del genere, dopo essersi smarrito tra critiche e misero minutaggio, non è da tutti. Frase fatta, al limite del banale: però sincera, vera, concreta. Devi avere una forza dentro tale da permetterti di andare oltre il momento e la pazienza, oltre le dinamiche e le gerarchie. Oltre anche se stessi. L’assenza di Marchisio (ne avrà per almeno una settimana) casca dunque come un assist al bacio, uno di quelli del Profeta: destro al volo, o anche sinistro. Ma palla colta al balzo immediatamente. Perché il primo motivo per credere ancora in Anderson Hernanes de Carvalho Viana Lima è proprio questo: la necessità d’averlo, d’intendere ancora il calcio con un vertice basso per impostare il gioco e dettare i tempi. Il brasiliano sa farlo, e bene.
MAGIA – Certo, servirà un po’ di carattere. Più di quanto fornito nelle ultime uscite in campionato, ma esattamente quanto dimostrato in Champions contro i tedeschi. È lì che, in fondo, i tifosi juventini si sono sentiti quasi tranquilli: hanno avuto una prima prova che dopo il Principino ci si può ritrovare quantomeno con un uomo dal carattere forte. E dal talento indiscutibile: col suo passo felpato, con il suo destro-sinistro, con la sua intelligenza. Non velocizzerà mai il gioco, però c’ha la sua parte di magia: consiste nell’alzare la testa e ponderare il da farsi. Per intenderci: nella notte di Champions, è stato l’unico bianconero ad ottenere una percentuale degna del Bayern in termini di passaggi realizzati. Un egregio 87%, già: secondo motivo presto spiegato, no?
RISCATTO – Dulcis in fundo: tutto il resto. E sembra facile metterla così, ma non lo è mai. Basti pensare a quant’ha dato in precedenza, a quanto invece avrebbe potuto e dovuto. Quando c’era da battere la fiacca puramente tecnica, il brasiliano s’è mostrato avulso da qualsiasi tipo di gioco praticato dalla Vecchia Signora. Ma adesso la storia ha necessariamente da cambiare. Classico ‘ora o mai più’, soprattutto dal momento in cui il “mai più” è proprio dietro l’angolo. Per conquistarsi un’insperata conferma, due partite (guarda un po’, contro la sua ex Inter) per una doppia conferma. Ché la continuità, da queste parti, è l’unico modo realmente efficace per sopravvivere.
Cristiano Corbo