Il progetto giovani che da qualche anno sta adottando la Juventus sembra stia prendendo sempre più forma e autorevolezza, infatti quest’anno sono stati confermati in rosa tre giovanissimi: Fabio Miretti (2003,19 anni), Nicolò Fagioli (2001, 21 anni) e Matias Soulè (2003, 19 anni).
Nella giornata odierna, giovedì 8 settembre, i tre giocatori sono intervenuti in conferenza stampa all’Allianz Stadium per parlare davanti ai media, accompagnati da Federico Cherubini e all’amministratore delegato Maurizio Arrivabene. I due membri della società bianconera hanno espresso la propria soddisfazione per quanto stanno raccogliendo in questi giorni.
ARRIVABENE: “Per me è un piacere particolare per me incontrarvi oggi qui in un’occasione diversa dal solito, presentare un lavoro che è stato fatto nel settore giovanile della Juventus e che finalmente approva approda in in prima squadra. Il progetto parte da lontano, quattro anni fa, un progetto fortemente voluto da Federico Cherubini, che ringrazio e che oggi comincia a portare i suoi i suoi frutti”.
CHERUBINI: “Ci fa piacere essere qui. Nel 2018 siamo partiti con la seconda squadra, ma i nostri ragionamenti sulle problematiche del sistema formativo italiano, quindi, nel settore giovanile italiano sono partiti da prima. Salvo qualche isola felice, in termini di sistema, a livello europeo siamo rimasti indietro. Alla fine del campionato primavera i calciatori entrano in un limbo, che era determinato dal trasferimento in prestito. Ormai da più di 10 anni, analizziamo le statistiche del campionato primavera. E sono ormai stabili, purtroppo non più del 2%, 3% dei calciatori che disco dal campionato primavera. Nella stagione successiva trova una collocazione in una rosa di Serie A. Questi numeri ci hanno fatto capire che c’era qualcosa che mancava nel percorso formativo, uscire dalla primavera, essere pronti per le prime squadre? Non parlo solo di Juventus, ma del sistema. Era problematico e abbiamo iniziato insieme ad altri club“.
Cherubini ha poi proseguito così: “Nel 2018, grazie nel periodo del commissariamento, all’epoca c’è stata la possibilità di iscrivere la seconda squadra per la prima volta e da lì abbiamo iniziato un percorso. L’iscrizione della nostra seconda squadra, campionato di serie C. E questa seconda squadra nasceva con due chiari obiettivi, una squadra che scende in campo con l’obiettivo di competere, quindi di provare a vincere, ma soprattutto quello di formare i calciatori che possano. E oggi è il primo giorno che riusciamo a dire che iniziamo a raccogliere i frutti di questo risultato. E avete visto che qualche giorno fa. Abbiamo voluto cambiare anche un po’ il format che che stava dietro la la squadra under 23 che è diventata next Gen che è un progetto che è un concetto un pochino più ampio. Ad oggi abbiamo due ragazzi in particolare, come Ranocchia che stanno giocando in serie A sicuramente ne dimentico altri”.
“La Juventus sta provando a rivisitare in una chiave più moderna il DNA bianconero, il club non può prescindere dai grandi campioni. Ma è necessario che il settore giovanile diventi una reale risorsa per il club, la nostra è un’idea di una nuova identità. Vogliamo un patrimonio creato internamente”.
Tatiana Digirolamo